Pubblicato il 11/01/2019
Ricomincia a pieno ritmo la stagione concertistica al Teatro Ristori di Verona e per “International Strings”, la rassegna jazzistica inaugurata il 19 ottobre scorso con l’emozionante regalo del concerto al buio “BLIND DATE”, ha un sapore mondiale. Dopo il quartetto formato da Steve Wilson, Uri Caine, Ulysses Owen e Ugonna Okewo, e Omer Avital Quintet arrivano sul palco del Ristori Enrico Rava, Giovanni Guidi e Matthew Herbert, il 18 gennaio. Un trio tromba-pianoforte-elettronica la cui musica, come sostenuto da londonjazznews, produce “un effetto catartico” sul pubblico grazie all’incontro tra due “guru” e un apprendista stregone: Matthew Herbert consacrato “guru” dell’elettronica, uno dei più innovativi e originali produttori contemporanei, che in 20 anni di attività si è misurato con le più svariate declinazioni del suono digitale; Enrico Rava icona fondamentale del jazz europeo; e Giovanni Guidi, un apprendista stregone che ha carpito molti dei segreti del jazz, nella lunga militanza con Rava e ora intento a rubare i segreti dal mago dell’elettronica, Matthew Herbert.
Il programma jazzistico prosegue il 20 febbraio con Lionel Loueke Group, il trio composto dallo stesso chitarrista del Benin, Massimo Biocati al basso e Ferenc Nemeth alla batteria. Loueke è uno dei maggiori talenti che l’Africa abbia mai prestato al jazz americano degli ultimi anni. La sua chitarra, di volta in volta, si trasforma in una kora, un talking drum o un synth, e non è certo un caso che del suo personalissimo approccio allo strumento si siano avvalsi musicisti come Herbie Hancock, Wayne Shorter e Chick Corea. Questo trio combina complessità armonica, melodia ispirata, una profonda conoscenza delle forme popolari africane per creare un suono caldo e suggestivo.
Il 2 marzo sarà il turno di The Gloaming, il progetto di Martin Hayes, Caoimhin Ó Raghallaigh (violino), Iarla Ó Lionáird (voce), Thomas Bartlett (pianoforte) e Dennis Cahill (chitarra): è questione di un attimo e la magia di “The Gloaming” si impossessa del pubblico che si ritrova avvolto in un incanto sonoro senza tempo.
Sempre a marzo (20) il palco del teatro verrà calcato, per la prima volta in assoluto, dal talento del giovane pianista Justin Kauflin, con una formazione in trio completata da Billy Williams (batteria) e Thomas Fonnesbaek (contrabbasso). Kauflin, poco più che trentenne, è stato scoperto dal grande e compianto Clark Terry. Quincy Jones fu talmente rapito dal suo talento giovanile che lo ha lanciato in un tour mondiale nel 2013-2014 dove ha riscosso un incredibile successo di pubblico.
La rassegna si chiuderà con Anat Cohen Tentet nel concerto conclusivo in occasione dell’International Jazz Day, un’occasione unica per conoscere l’ultima uscita discografica di Anat, “Happy Song”, nella quale la carismatica clarinettista percorre e interpreta i suoi diversi amori musicali, dalla musica brasiliana ai ritmi africani, dallo swing vintage alle toccanti ballate. Un progetto profondamente prolifico e sentito, sia dal vivo sul palcoscenico che su disco, che vanta una ricchezza piena ma nello stesso tempo anche agile e frizzante, con un’energia jazzistica aperta.
Info e programma: https://www.italiajazz.it/attivita/festivals-e-rassegne/teatro-ristori-jazz