Pubblicato il 08/04/2021
Dal 7 al 16 agosto è tempo di Time in Jazz, il festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu a Berchidda, il suo paese ai piedi del monte Limbara, tra Logudoro e Gallura, dove ancora una volta pulsa il cuore della manifestazione. Ma Time in Jazz si snoda anche attraverso una quindicina di altri comuni e località del nord dell’isola (previsti quest’anno Arzachena, Bortigiadas, Buddusò, Bulzi, Ittiri, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Mores, Olbia, Oschiri, Porto Rotondo, San Teodoro, Telti e Tempio Pausania) facendo tappa con i suoi concerti del mattino e del pomeriggio in spazi e scenari sempre differenti, tra chiesette di campagna, scorci di mare, piazze, boschi, siti archeologici.
Ogni anno il festival (che nel 2020 è stato insignito dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica) si riconosce in un titolo diverso: “Stelle” (“Isteddhos” in sardo logudorese-berchiddese) è quello che caratterizza la trentaquattresima edizione, in programma l’estate prossima; un titolo ispirato a Dante Alighieri, nel settimo centenario della morte, e al suo capolavoro, La Divina Commedia. Spiega Paolo Fresu nelle sue note introduttive: “Attilio Momigliano, critico letterario vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, identifica nelle stelle la vera meta di Dante Alighieri. Non a caso queste ricorrono alla fine di ognuna delle cantiche della Divina Commedia. Sono un’ode all’amore, nobile sentimento che anima il mondo e la vita e che il poeta fiorentino descrive attraverso la raffinata metafora degli astri”.
Le stelle, nella loro “dinamica immutabilità”, nel loro ricordarci che l'”eternità appartiene agli astri ma non all’uomo”, hanno da sempre stimolato l’anima e la fantasia di filosofi, scrittori, poeti, musicisti. Come David Bowie, che ha guardato alle stelle attraverso il suo personaggio forse più amato, Ziggy Stardust, e in brani come “Space Oddity”, “Starman”, “Life on Mars?”, fino al suo album-testamento, “Blackstar”, uscito appena due giorni prima di lasciare questo mondo. E appunto al “Duca Bianco” è dedicato uno dei concerti di spicco nel cartellone del prossimo Time in Jazz, “Heroes”, un progetto presentato due anni fa a Monsummano Terme, in Toscana, e di recente consegnato alle tracce dell’omonimo cd pubblicato da Paolo Fresu in occasione del suo sessantesimo compleanno. Insieme al trombettista sardo, sul palco di Berchidda (l’11 agosto) così come sul disco, cinque nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale: la cantante Petra Magoni, Francesco Diodati alla chitarra, Francesco Ponticelli al basso, Christian Meyer alla batteria e, al trombone e all’elettronica Gianluca Petrella, che il pubblico di Time in Jazz potrà applaudire ancora sia alla testa del suo gruppo Cosmic Renaissance (il 13 a Berchidda) sia affiancato dal vibrafonista Pasquale Mirra (il 12 a Buddusò).
Altro impegno in agenda anche per Petra Magoni, che sotto l’insegna del duo Musica Nuda insieme al contrabbassista Ferruccio Spinetti, sarà protagonista (il 9 agosto) di un evento attesissimo a ogni edizione del festival: il concerto in omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne la dimora del grande cantautore genovese in terra sarda. Appuntamento immancabile del festival è anche la traversata marittima in musica a bordo della nave della Corsica Ferries–Sardinia Ferries in viaggio da Livorno a Golfo Aranci, che stavolta (data ancora da stabilirsi in base all’evolversi dell’emergenza Covid) imbarcherà voci, ukulele e percussioni di Sara Magon e Clara Zucchetti con il loro repertorio ispirato alle musiche tradizionali dei più disparati angoli del mondo. Tra le altre voci che si ascolteranno questa estate a Time in Jazz: Fabio Concato (il 14 a Berchidda), Mario Venuti (il 9 a Porto Rotondo), John De Leo (il 10 a Telti); a cui si affiancheranno i suoni della tradizione sarda con gli organetti di Pierpaolo Vacca e del giovanissimo Giacomo Vardeu (il 15 a Berchidda); tradizione che, da isola a isola, si incrocerà con quella celtica in una “Suite Sardegna” proposta ad hoc dalla violoncellista irlandese Naomi Berrill (il 12 a Bortigiadas).
Ma è naturalmente il jazz nelle sue diverse declinazioni e nei suoi immediati dintorni a fare la parte del leone nel programma del festival: ecco dunque in arrivo a Berchidda (il 12 agosto) il trombettista Avishai Cohen, stella del jazz israeliano, alla testa del suo gruppo elettrico Big Vicious con cui ha firmato uno dei dischi più interessanti dello scorso anno; ed ecco poi una variegata rappresentanza della scena italiana: il trio Floors di Filippo Vignato (trombone, effetti), Francesco Diodati (chitarra) e Francesco Ponticelli (contrabbasso, elettronica), tre giovani musicisti tra i più interessanti della nuova scena jazz italiana (l’11 a Budoni); il quartetto di Matteo Pastorino (l’11 a Loiri Porto San Paolo), voce emergente del clarinetto in Europa; il trio MAT (il 13 a Ittiri) di Marcello Allulli (sax tenore), Francesco Diodati (chitarra) e Ermanno Baron (batteria); Fabio Giachino, artista eclettico, attivo come pianista entro i confini del jazz e della musica improvvisata ma anche come producer nella musica elettronica (il 10 a Luogosanto); il Trio Bobo, formazione di impronta jazz-rock nata nel 2002 intorno dalla sezione ritmica di Elio e le Storie Tese, ovvero Faso (basso) e Christian Meyer (batteria), più il chitarrista Alessio Menconi (il 10 ad Arzachena); il pianista Paolo Di Sabatino alla testa del suo trio (il 14 a Mores) con Marco Siniscalco (basso) e Glauco Di Sabatino (batteria); e, ancora, il pianista umbro Ramberto Ciammarughi sia in solo (il 14 a Bulzi), sia in compagnia dello scrittore Gavino Ledda e di Paolo Fresu per dare forma a una produzione originale in tema con questa edizione di Time in Jazz, “Sa Divina Cummedia” (il 13 a Oschiri), che trae origine dalla prima e coraggiosa traduzione dell’opera di Dante in sardo fatta da Pietro “Pedru” Casu (1878 – 1954), parroco, letterato e studioso della lingua sarda. A Paolo Fresu spetterà anche il compito di chiudere la serie di concerti in quello che è ormai da qualche edizione il teatro dell’ultimo atto del festival, lo Stagno di San Teodoro (il 16 agosto): ad affiancare il trombettista, questa volta, il contrabbassista svedese Lars Danielsson, per ripercorrere dal vivo note e emozioni del loro album “Summerwind”.
Berchidda è culla di tanti talenti e realtà musicali che anche quest’anno troveranno spazio nel festival: come la storica Banda Musicale “Bernardo De Muro”, la Funky Jazz Orkestra, il batterista Giovanni Gaias, impegnato con il suo trio (Jim Solinas all’Hammond, piano e synth, e Giuseppe Spanu alla chitarra) tutte le notti nello spazio dopoconcerto, Time After Time, insieme a ospiti ogni volta diversi (il sassofonista campano Vincenzo Saetta, e i sardi Menhir & Dj Kork, il bassista Gavino Riva, la cantante Manuella), e poi sul palco di piazza del Popolo, con la partecipazione del duo blues Don Leone e del chitarrista tuareg Bombino, per la tradizionale festa di Ferragosto. Forte del riuscito debutto dell’anno scorso, ritorna poi il “FestivalBar”, la serie di showcase in scena ogni sera nei bar berchiddesi; quasi un festival nel festival, a cura di Michele Pinna e Luca Devito, che farà anzi da apertura alla dieci giorni di Time in Jazz il 7 agosto. Protagonisti alcune delle proposte più interessanti del panorama musicale sardo – la cantautrice sassarese Angela Colombino, l’olbiese Bella Socio del collettivo Negative Outcomes, il cantautore algherese Davide Casu, The Giannies con il loro punk e rock’n’roll, Black Victor & Williboy Taxi, ovvero Vittorio Pitzalis, tra i bluesman più rappresentativi della Sardegna, e William Rossi – e altri artisti in arrivo invece dalla Penisola: The Blues Against Youth, progetto solista di matrice country/blues del musicista romano Gianni TBAY, il Lovesick Duo dei bolognesi Francesca Alinovi e Paolo Roberto Pianezza tra country, rock’n’roll e western swing anni ’40 e ’50, e il rock-blues dei Caboose di Luis De Cicco e Carlo Corso.
Oltre alla musica dal vivo, come sempre a Time in Jazz, tanti altri appuntamenti e attività caratterizzeranno anche la prossima edizione. Uno spazio sempre più rilevante viene dedicato all’educazione musicale dei bambini con l’ampliamento del progetto Time to Children, patrocinato dall’associazione Il Jazz va a Scuola e sviluppato da Time in Jazz con il sostegno del Banco di Sardegna. Dal 9 al 16 agosto bambini, ragazzi e adulti saranno accompagnati, attraverso spettacoli, laboratori, flashmob e mostre, alla scoperta della musica jazz e popolare, degli strumenti musicali, della multisensorialità, della musica come condivisione e tanto altro; guide d’eccezione in questo viaggio dal titolo “Twinkle, twinkle little star…” musicisti ed educatori, come il brioso duo a base di percussioni, ukulele e voce formato da Clara Zucchetti e Sara Magon, la musicista e musicoterapeuta Francesca Romana Motzo, il trombettista Mirco Rubegni, i percussionisti Pasquale Mirra, Danilo Mineo e Stefano Baroni, il musicista e etnomusicologo Ambrogio Sparagna, il cantante John De Leo, l’etnomusicologo Fabio Calzia e l’illustratore Alessandro Sanna, l’attore Giancarlo Biffi, la cantante Catia Gori e la violinista Sonia Peana, ideatrici e coordinatrici del progetto, e tanti altri che verranno ad aggiungersi prossimamente.
Immancabile anche l’appuntamento con Time to Read, la serie di incontri con i libri e i loro autori con, tra i protagonisti: Giacomo Serreli, Bruno Tommaso, Luigi Onori, Eugenio Coccia, Bruno Tognolini, Alessandro Sanna, Alessandra Freguja. Si apre alle suggestioni legate al tema “Stelle” la rassegna di film e documentari a cura del regista Gianfranco Cabiddu. A completare e arricchire il programma una serie di incontri e degustazioni di prodotti dell’enogastronomia locale e le consuete iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale raccolte sotto l’insegna Green Jazz: Time in Jazz fa parte di Jazz Takes The Green, la rete dei festival jazz ecosostenibili, prima esperienza italiana di aggregazione di eventi culturali che hanno a cuore la causa Green.
Tutti gli appuntamenti, come di consueto, saranno a ingresso gratuito, ad eccezione dei concerti in programma sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda e dell’omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata. Come già l’anno scorso, nel rispetto delle misure anti-Covid, sarà possibile accedere ai concerti solo con biglietto o abbonamento digitali, scaricabili su smartphone e da esibire all’ingresso, che si potranno acquistare prossimamente online su Vivaticket.
L’immagine di questa edizione del festival la firma Yiwa Voprinda, una grafica ventisettenne di casa nella capitale del Ghana, che ha voluto regalare a Time in Jazz il suo lavoro, selezionato tra tutti quelli che anno partecipato a un apposito concorso lanciato nei mesi scorsi da Time in Jazz su diverse piattaforme di design internazionali.
La trentaquattresima edizione del festival Time in Jazz è organizzata dall’omonima associazione culturale con il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Comunità Montana Monte Acuto e delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri coinvolti nel festival, con il contributo di Fondazione di Sardegna, Gruppo Unipol, Banco di Sardegna, Corsica Ferries–Sardinia Ferries, Fondazione Raul Gardini e Novamont, e con la collaborazione di Arborea, Rau Arte Dolciaria, distilleria Lucrezio R., Geasar, Consorzio Porto Rotondo, Scuola Holden e Qobuz. Media partner Radio Monte Carlo, radio ufficiale del festival, Spotify e Spreaker. Time in Jazz fa parte dell’Associazione I-Jazz, del Sardinia Jazz Network, del progetto GreenFEST e di Jazz Takes The Green, la rete dei festival jazz ecosostenibili.
Foto di Gabriele Lugli