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Seconda edizione per UnoJazz Sanremo con la direzione artistica di Antonio Faraò

Pubblicato il 08/08/2016

Home Page › Notizie › Stay tuned › Seconda edizione per UnoJazz Sanremo con la direzione artistica di Antonio Faraò

Dal 15 al 20 agosto torna il festival UnoJazz Sanremo, giunto alla sua seconda edizione, con la Città dei Fiori ancora una volta protagonista della scena jazz internazionale. Il programma coinvolge sempre più artisti e propone un’ampia offerta di concerti, che strizza l’occhio al concetto di contaminazione: le tendenze storiche della musica jazz si mescolano ad altri generi, che a loro volta vengono influenzati dal jazz stesso. Location del festival, realizzato grazie al contributo di Unogas Energia e del Comune di San Remo, è il palco di Pian di Nave, accanto al Forte di Santa Tecla, spazio suggestivo e ideale per la posizione centrale.
Per l’occasione abbiamo intervistato il direttore artistico Antonio Faraò, artista di punta della scena jazz internazionale, che ci ha svelato alcune chicche sulla line up del festival e sull’importanza della rassegna.
 
IJ: Unojazz Sanremo è una neonata realtà del jazz italiano con un respiro internazionale: come nasce l’idea di questo festival?
AF: L’idea nasce dall’intento di riportare in vita lo storico festival internazionale del jazz di Sanremo che dal 1956 sino al 2006 ha ricoperto un importante ruolo in Italia nell’ambito del jazz internazionale, come la più antica rassegna d’Europa dedicata alla musica afro-americana. Il nome del festival “Unojazz Sanremo” appunto, è un omaggio al nostro principale sponsor Unogas Energia, che ci sostiene da due anni con costanza e devozione, e alla bellissima città di Sanremo, città storica per il jazz in Italia.
IJ: Questa seconda edizione è all’insegna del jazz più contaminato, dall’hard bop al funky, dal classic jazz a ritmi brasiliani: quali sono le linee guida del programma di quest’anno? Quali le analogie e differenze rispetto alla scorsa edizione?
AF: In seguito al successo ottenuto lo scorso anno grazie a un sold out soddisfacente, il nuovo programma si muove su un’offerta ampia di nomi e di generi, con l’intento di attirare un pubblico anche straniero. Come lo scorso anno vorremmo riconfermare la presenza del pubblico francese, di cui c’è stata una buona affluenza, considerando la vicinanza della città con la Costa Azzurra. Inoltre, l’offerta musicale di qualità si unisce a delle opzioni di abbonamento interessanti: una programmazione con artisti internazionali di richiamo, a prezzi accessibilissimi.
IJ: Se potessi consigliare un evento a un nostro lettore, sapresti indicare un concerto imperdibile all’interno della line up del festival?
AF: E’ tutto imperdibile, considerando il calibro degli artisti presenti. Forse l’evento di maggior richiamo è il concerto degli Incognito, gruppo storico degli anni Ottanta dallo stile funky inconfondibile, in programma il 17 agosto.
IJ: Il tuo ruolo di artista – ti esibirai con Joe Lovano, Lenny White e altri grandi nomi – e il tuo ruolo di direttore artistico sono riconfermati per la seconda volta a Unojazz Sanremo. Come vivi questi due ruoli, il protagonismo sul palco, il protagonismo dietro le quinte?
AF: Sono due ruoli che si intrecciano. Essendo un musicista ho un contatto diretto e frequente con gli artisti, per cui il ruolo di direttore artistico è molto stimolante e da me accolto volentieri. Nella scelta degli artisti sono molto neutrale, nessuna decisione è legata a un latente scambio di favori. C’è sempre un preciso volere e valore artistico, che prescinde da tutto il resto.
IJ: Cosa ti aspetti dal pubblico e dalle istituzioni, prevedi un coinvolgimento sempre maggiore nei prossimi anni?
AF: Si spera sempre in un maggiore coinvolgimento! Considerando che lo scorso anno Unojazz Sanremo ha vinto un premio di riconoscimento come una tra le maggiori manifestazioni in Liguria, mi aspetterei un maggiore coinvolgimento da parte della Regione e una conferma del successo di pubblico dell’edizione precedente.
IJ: Oggi cosa vuole essere Antonio Faraò artista, nel panorama nazionale e internazionale della scena jazz?
AF: In ambito internazionale sono un affermato musicista che opera anche a livello formativo e a cui vengono riconosciuti dei meriti. Per esempio nel 1998 ho un vinto un premio in Francia, distinguendomi come uno tra i migliori talenti jazz. In ambito nazionale ci si aspetta ancora qualcosa di più, staremo a vedere.
Consulta il programma completo su IJ. 

Categoria: Stay tuned

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credits: TP

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