Pubblicato il 11/07/2022
Dopo tre anni di assenza, il festival internazionale Udin&Jazz torna a ‘casa’, nel capoluogo friulano, per una trentaduesima edizione che si annuncia tra le più significative nella storia della rassegna organizzata da Euritmica. Al motto di “Play Jazz, not War”, il programma degli appuntamenti prende il via l’11 luglio, all’insegna del connubio tra musica e cinema, per proseguire dal 12 luglio con i concerti, cuore pulsante del festival. A poche ore dal taglio del nastro abbiamo raggiunto il direttore artistico Giancarlo Velliscig per qualche anticipazione last minute.
In un contesto internazionale estremamente difficile, avete scelto il claim “Play jazz not war”: con quale consapevolezza prende il viaUdin&Jazz 2022?
Con la volontà di porre un accento su quanto il nostro mondo abbia bisogno di pace e collaborazione, di apertura e responsabilità da parte di chi oggi governa tutti noi e che sta invece consentendo una rapida deriva del pianeta intero tra disastri ambientali e follie belliche che potrebbe di certo cancellare se davvero lo volesse. L’arte, la cultura, il jazz, sono le armi più importanti che tutti dovrebbero utilizzare per opporsi a tutto ciò e pretendere la salvezza del pianeta intero.
Trenta appuntamenti in sei giorni: due parole chiave che tiene insieme tutto il programma?
Bellezza e diversità. Il meglio del jazz nazionale e internazionale a rappresentare ogni angolo della terra, con la tradizione e l’innovazione di un jazz delle sfumature, davvero globale e vivo.
Parliamo degli ospiti internazionali, tre nomi su tutti; Ivan Lins, Al Di Meola, Vijay Iyer: cosa ci racconti delle loro performance?
Da Ivan Lins so di aspettarmi un pezzo di storia che può incarnare l’enorme e stratificata cultura del Sudamerica e del Brasile in particolare. Farà parte di una serata intera dedicata al suo Paese, che per me rappresenta il cuore musicale di un continente che si apre così al mondo. Siamo di fronte a uno dei più grandi autori, arrangiatori di quel mondo che ha donato perle straordinarie a un’infinità di interpreti che ne hanno colto il valore e la bellezza.
Da Al Di Meola, che proporrà una rilettura del repertorio dei Beatles, mi aspetto un nuovo incontro con un talento unico e con un maestro di tecnica e interpretazione che da decenni ci affascina e conquista. Anche qui saremo di fronte a qualcosa di straordinario, che viene da lontano ma che non perde mai la luce e la curiosità necessarie a rileggere i grandi repertori dei generi più diversi.
Il trio di Vijay Iyer rappresenterà uno dei momenti più alti del festival, tra le note di un interprete davvero raffinato e attento di un pianismo sottile, agile, capace di rapportarsi con i due superlativi partner alla ricerca di una perfezione che li vede raggiungere assieme il top oggi in circolazione tra i trio jazz. Il trio è la quintessenza, l’estratto di un jazz che non è una somma di soli, ma che si realizza in trio gruppo, in un amalgama perfetto. Ne parlano tutti come qualcosa di unico ormai nel panorama del jazz mondiale. E io concordo.
E tra le presenze nazionali: ci guidi tra gli appuntamenti da non perdere?
Beh, apriremo con un nostro giovanissimo talento, ovvero Emanuele Filippi, pianista che si è fatto le ossa per qualche anno negli States e che ora affronta da autore e raffinato esecutore la scena del jazz europeo (in questo caso con il sax dell’olandese Ben van Gelder, altro talento in forte ascesa). Che posso dire poi di Fabrizio Bosso che a sua volta ritornerà da noi con il suo nuovo progetto We4, pieno di talento che emerge sia come singolo sia come band. Siamo al cospetto di uno degli alfieri del nostro miglior jazz, una tromba vellutata che nel tempo acquisisce sempre maggior maturità liberandosi dal superfluo e privilegiando l’essenziale, quello che fa distinguere i grandi tra tutti.
Una parola anche per il nuovo progetto della splendida Rosa Brunello che ci presenterà Sounds like freedom con il suo eterogeneo quartetto sospeso tra modernità elettronica e calore acustico. Rosa è a sua volta una musicista in grado di esaltare il suo talento e quello di chi le sta accanto: è capace di assecondare le classiche atmosfere di una DeeDee Bridgewater (come accadde per noi la scorsa estate), fino ad affrontare la contemporaneità e il futuribile in questo nuovo affascinante progetto. L’aspettiamo con ansia.
Infine i ritrovati C’mon Tigre, a loro volta in grado di mixare sonorità elettroniche e acustiche da strumenti assemblati in forma volutamente non ortodossa, ma per consentire al gruppo la massima libertà espressiva, oltre i generi e i confini culturali ed etnici. Il loro è un linguaggio nuovo, aperto, e in linea con il progetto dell’intero Udin&Jazz 2022.
Tanta musica, ma anche mostre, libri, racconti: cosa puoi anticiparci su questi incontri?
Tra le varie cose ospiteremo una bella mostra di lavori pittorici di Ivana Burello, artista friulana che dedica molta della sua creatività al jazz ed ai suoi iconici personaggi.
Segnalo poi che proporremo un incontro con un vecchio amico, critico musicale e giornalista di jazz, Flavio Massarutto, che ha realizzato una storia, poi illustrata a fumetti da Squaz, sulla vita di Charles Mingus.
Per il jazz italiano il 2023 sarà un anno all’insegna di..? Le tue due priorità.
Per il jazz italiano io spero che il 2023 possa essere un anno in cui si valorizzi il grande lavoro culturale e sociale che questo mondo esprime, per la dignità e la valorizzazione di una cultura che ha bisogno di ritrovarsi dopo anni di diverse e devastanti solitudini. Un jazz che spero non sia costretto, per sopravvivere, ad abbinarsi a prodotti o progetti affatto culturali che lo trasformerebbero inevitabilmente in un sottofondo da grande magazzino turistico in vendita.
Udine e il jazz: un legame forte, consolidato da tanti anni di lavoro dell’associazione Euritmica. La maggiore soddisfazione e un sogno ancora nel cassetto da realizzare?
La maggiore soddisfazione è vedere che il nostro lavoro ha seminato parecchio, tant’è che sono nate molte realtà che di jazz trattano sul territorio, anche grazie al nostro lavoro. Il sogno nel cassetto è che ci sia consentito di continuare in questo lavoro, e che questo serva a far nascere, anche qui nel mio Friuli, una generazione diversa che abbia in sé rispetto e onestà intellettuale, e non solo marketing aggressivo e squallido, da trasmettere a tutti. Per nulla scontato…
Link al programma di Udin&Jazz 2022
Scheda socio I-Jazz Euritmica