Pubblicato il 04/08/2022
“Per il jazz italiano è arrivato il tempo di osare e cambiare” sono queste le prime parole che ci regala Paolo Fresu, raggiunto in una delle tappe del suo tour di concerti e a pochi giorni dal via del suo Time in Jazz. “Ma è anche tempo di raccogliere parte dei risultati dell’importante semina di questi anni fatta dalla Federazione Nazionale il Jazz Italiano e dalle sei associazioni che la compongono.
Il festival solidale Il Jazz Italiano per le terre del Sisma, la firma del protocollo d’intesa con il Ministero della Cultura, i progetti di rete sviluppati dai festival afferenti a I-Jazz, il bando Nuova Generazione Jazz per la promozione del giovane jazz italiano all’estero, le giornate Unesco, le residenze AIR organizzate da Midj, il bando ItaClub dei Jazz Club, le mostre e i concorsi fotografici, le molteplici attività per l’infanzia e nelle scuole e il rapporto con il MIUR, il rapporto di Adeidj con le realtà nazionali legale alla discografia fisica e digitale, la nascita del FAS e di Unisca per le battaglie dei lavoratori dello spettacolo, la nascita dell’ufficio Export, la rimodulazione del tax credit per le etichette in relazione alle esigenze delle piccole realtà indipendenti, lo stretto rapporto con Siae e Nuova Imaie, la presenza di una nostra rappresentante nel Consiglio Superiore dello Spettacolo e, non ultimo, il flusso di finanziamenti per il jazz che è cresciuto in maniera esponenziale e che oggi fa si che il nostro linguaggio sia riconosciuto come patrimonio musicale e culturale del Paese al pari della musica classica e dell’opera”
Decisamente una lista di traguardi importanti...
“Ma la vera rivoluzione copernicana è rappresentata dalla nascita, proprio questi giorni, dei Centri nazionali di produzione del jazz che daranno una spinta importantissima per lo sviluppo della nostra musica sia sotto il profilo creativo che professionale, oltre che nel virtuoso rapporto ed equilibrio con i territori.
E all’orizzonte?
“La speranza che tutto questo serva anche a rinnovare e ringiovanire il pubblico del jazz“.
Ci anticipi qualcosa della nuova edizione di Time in Jazz, in programma dal 7 al 16 agosto? Cosa succederà a Berchidda quest’anno?
Time in Jazz quest’anno arriva alla sua trentacinquesima edizione, che sarà incentrata sul tema del Rainbow. Un tema coraggioso e contemporaneo, rappresentato dall’arcobaleno multietnico che sta a significare la bandiera libertaria dell’identità di gǝnǝrǝ, oggi anche simbolo di pace e di fratellanza. Attraverso la musica e attraverso gli altri linguaggi dell’arte ne racconteremo i suoi meravigliosi colori e dedicheremo il nostro festival a tutti coloro che, soprattutto in questo difficile momento, lottano per i propri diritti.
Lo facciamo in seno a un festival di jazz che si interroga sulla funzione e sulla natura della cultura come strumento fondamentale di scoperta, di conoscenza e di unione grazie ad artisti da sempre impegnati nella lotta per i diritti come Archie Shepp e Oumou Sangarè, attraverso una ricca presenza del mondo femminile e del jazz italiano oltre che di una disabilità che si fa musica e che rappresenta quella riflessione sulle uguaglianze e sulle diversità.
Il manifesto di questo anno contiene i sei macrotemi intorno ai quali si svilupperà il festival: musica, letteratura, arte, ambiente, cinema e società ma si potrebbe aggiungere quello dell’infanzia visto che la rassegna Time to Children è ormai un ‘festival nel festival’ e una realtà che dialoga con le molteplici proposte di Time in Jazz”.
Time in Jazz è un appuntamento che si rinnova dal 1988, uno degli eventi di spicco dell’estate jazzistica, in programma dal 7 al 16 agosto a Berchidda, paese natale di Paolo Fresu e negli altri centri e località del nord Sardegna che aderiscono alla manifestazione: Arzachena, Banari, Bortigiadas, Buddusò, Budoni, Consorzio Puntaldia, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Mores, Oschiri, Porto Rotondo, San Teodoro, Telti,Tempio Pausania e Tula.
Anche per l’edizione 2022 la musica tiene banco con una fitta scaletta di appuntamenti giornalieri, dal mattino alla notte fonda, ambientati in luoghi e scenari sempre diversi: chiesette di campagna, paesaggi marini, borghi, e la piazza centrale di Berchidda, Piazza del Popolo, teatro delle cinque serate in programma dall’11 a Ferragosto.
Tra i nomi di spicco in cartellone, la cantante maliana Oumou Sangaré, il sassofonista americano Archie Shepp, autentica icona del jazz degli ultimi sessant’anni, il trombettista norvegese Mathias Eick e l’israeliano Avishai Cohen con il gruppo Big Vicious, e, tra gli italiani, Tosca, Gegè Telesforo, Joe Barbieri, il sassofonista Stefano Di Battista con il suo omaggio a Ennio Morricone. E, accanto al ricco programma musicale, il consueto, ampio ventaglio di varie altre attività: presentazioni di libri e novità editoriali, laboratori per bambini, mostre, e la consueta rassegna di film e documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu.
Link al programma di Time in Jazz 2022
Scheda socio I-Jazz Associazione Time in Jazz