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Onyx Jazz Club lascia la sede storica e rilancia la sua sfida

Pubblicato il 01/04/2022

Home Page › Notizie › In evidenza › Onyx Jazz Club lascia la sede storica e rilancia la sua sfida

La vita di un’associazione culturale è fatta di progetti, artisti, performance, pubblico, ma spesso si dimentica il valore del luogo dove tutte queste idee prendono vita e diventano qualcosa in più di una semplice scintilla. Sono gli spazi che ospitano le tante realtà che promuovono l’arte, la cultura, la musica in Italia. Un po’ casa, un po’ rifugio. Come la storica sede dell’Onyx Jazz Club in via Cavalieri di Vittorio Veneto a Matera, che dopo 24 anni è stata chiusa definitivamente. Ma questo forse è l’inizio di una nuova storia. Il presidente di Onyx Jazz Club, Luigi Esposito, ne è sicuro. E anche noi.

Gigi avete appena lasciato la storica sede dell’associazione. Quali emozioni ha racchiuso negli anni quel luogo e quali emozioni ti porti dentro?

In quasi 40 anni di attività siamo passati dalla prima sede, che era casa mia, con mia madre che preparava cene per tutti, a una piccola sede di 10 mq., per passare poi nei Sassi e arrivare quindi in via Cavalieri di Vittorio Veneto, la sede che è divenuta il quartier generale per tantissimi anni. Un tavolo da riunione, una scrivania per il pc, un soppalco per i gruppi di lavoro, e una piccola sala prove. Uno spazio su cui sapevi di poter contare, un rifugio, dove trovavi sempre qualcuno intento ad ascoltare musica o scrivere proposte. E dove conservare gelosamente l’archivio storico di tanti anni di associazionismo, faldoni che raccontano il festival Gezziamoci, il territorio che lo ospita, e tanto altro. Nel giro di poco tempo, abbiamo dovuto abbandonare tutto e liberare la sede. Fortunatamente con noi non abbiamo portato solo libri, manifesti, strumenti musicali, e collezioni di Musica Jazz e JazzIt, ma anche l’entusiasmo e la certezza di ricominciare presto in un altro luogo, un’esperienza che è diventata una realtà importante nel panorama jazzistico italiano.

Perché sono importanti i luoghi fisici per un’associazione culturale? Quale è stata la vostra esperienza?

Tutte le sedi delle organizzazioni culturali sono luoghi in cui si progetta, si discute, ma soprattutto si costruiscono i rapporti tra le persone. Noi abbiamo dato sempre grande valore al fattore umano e alla condivisione. Una sede serve proprio a questo. E’ fondamentale nelle grandi città, ma soprattutto in provincia. Nel 1984, quando è iniziata la nostra ‘avventura’ jazzistica a Matera, eravamo considerati dei pazzi; per un concerto jazz si andava a Bari. Invece negli anni, con caparbietà, passione e serietà abbiamo invertito questo modo di ragionare: Matera, l’Onyx Jazz Club, e il Gezziamoci sono divenuti dei punti di riferimento del panorama musicale nazionale. Il centro storico di Matera, il Parco, hanno amplificato la bellezza dell’ascolto della musica jazz. Sembrava che la musica fosse solo una questione di Conservatorio. Invece.

Se non esiste un luogo fisico dove costruire un processo, alimentare la voglia di stare insieme, di condividere, dove incazzarti e abbracciarti per le tue idee, tutto ciò risulta molto difficile da realizzare. La forza dell’Onyx sta proprio nelle donne e uomini che compongono questa realtà. Il passaggio successivo è stato quello di fare rete, di non essere chiusi dentro la sede ma, di aprirsi al territorio, ad altre realtà associative che credono nel valore della cultura. Ma purtroppo…

C’è un anello debole, diciamo…

SI. Le amministrazioni dovrebbero svolgere un ruolo basilare nel supportare l’azione di realtà come l’Onyx che producono cultura. Ma questo è uno dei mali della nostra società. Non capire, far finta di non capire, che la crescita di una comunità passa non solo attraverso parametri economici, ma soprattutto culturali.

La città di Matera è diventata un modello internazionale di rinascita. Quale è stato il contributo di Onyx in questo processo?

Nel 1984 ci chiamavamo Amici del Jazz e l’anno dopo siamo diventati Onyx Jazz Club. Da dicembre 2021 l’associazione culturale Onyx Jazz Club è diventata un’Associazione di Promozione Sociale (riconosciuta come Ente del Terzo Settore). Da 35 anni con il nostro festival proponiamo concerti in contesti paesaggistici unici al mondo. Nel 1992 abbiamo fondato un’etichetta discografica con cui realizziamo produzioni originali, con protagonisti noti artisti e giovani talenti lucani e pugliesi, attraverso la formula dell’ Azionariato Popolare (oggi si chiamata crowdfunding). I nostri interessi si sono allargati oltre la musica jazz e abbiamo creato dei Settori specifici (OnyxLibro, OnyxAmbiente, OnyxFotografia). Facciamo parte di I-Jazz e ne siamo fieri. Del 2021 siamo tra i festival del network “Jazz Takes The Green”. E sono tantissimi i musicisti italiani che ci vogliono bene anche per la serietà dei rapporti. Insomma credo che un po’ di merito alla rinascita di Matera sia dovuta al lavoro dell’Onyx Jazz Club.

Due progetti/momenti per te indimenticabili?

I ricordi sono tanti, e proprio in questi giorni stiamo cercando di dare forma a queste memorie. Se devo sceglierne solo due, il primo che mi vene in mente è l’esperienza indimenticabile con Steve Lacy. Quattro giorni trascorsi con lui in occasione dei concerti in solo ospitati nella chiesa rupestre di San Pietro Barisano e poi nel chiostro del ex convento di Sant’Agostino per una sonorizzazione dal vivo di immagini di Matera degli anni ’60 dall’archivio Rai.

Il secondo ricordo è legato al progetto Suoni del Futuro Remoto, realizzato in collaborazione con la Fondazione Matera Basilicata 2019, in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura. Un progetto che racconta Matera e il suo paesaggio attraverso i suoni naturali che sono stati catturati, mappati, rielaborati in digitale, e trasformati in diversi linguaggi, per poi essere tradotti in performance dal vivo. Del progetto esiste lettura e ascolto nel vinile etichetta OnyxLP029.

 

Se dovessi dedicare un “grazie”: a chi lo rivolgeresti?

In primis a te e alla redazione di ItaliaJazz per la gentilezza e l’attenzione. Poi a tutti i musicisti che in questi anni hanno attraversato la Basilicata con il Gezziamoci, ai numerosi tecnici, ai tanti ragazzi e ragazze che sono parte attiva di Onyx, ai soci di I-Jazz e a tutti coloro che ci vogliono bene

E sul futuro di Onyx Jazz Club cosa ci puoi anticipare?

A breve notizie di una nuova sede, di nuovi concerti, di nuovi progetti, di vecchi e nuovi amici che ritorneranno, di tanta pace….e ne abbiamo bisogno. Tanti baci a tutti.

Link scheda socio I-Jazz Associazione Onyx Jazz Club

Categoria: In evidenza Tag: Gezziamoci, I-Jazz, italia, jazz, Luigi Esposito, Matera, Onyx Jazz Club

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credits: TP

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