Pubblicato il 19/11/2020
Nonostante la chiusura dei teatri, nonostante le distanze, nonostante le difficoltà nel viaggiare da una regione all’altra ma anche da uno stato all’altro, il Ficep – Les cultures étrangères à Paris ha organizzato ugualmente il festival Jazzycolors, lo ha fatto in streaming, sfruttando ciò che la tecnologia riesce a garantire oggi, riavvicinando le menti, creando ponti creativi e artistici e continuando così a promuovere in tutta Europa i giovani musicisti provenienti dai vari Paesi del continente.
L’Italia sarà ben rappresentata dal giovanissimo contrabbassista Michelangelo Scandroglio, che suonerà lunedì 23 novembre alle ore 20; il concerto – sostenuto nell’ambito del programma annuale Nuova Generazione Jazz – sarà in live streaming, gratuito, sulle pagine Facebook dell’Institut Culturel Italien de Paris, Ficep – Les cultures étrangères à Paris e di Italiajazz.
Insieme a lui: Alessandro Lanzoni al piano, Bernardo Guerra alla batteria, Michele Tino al sax e a sostituire, Cosimo Boni alla tromba (in sostituzione di Hermon Mehari). “In The Eyes of the Whale” è il primo lavoro discografico di Michelangelo in qualità di leader, uscito per Auand Records.
Il festival Jazzycolors è con attivo con entusiasmo dal 2003, cercando di far conoscere il meglio della scena jazz internazionale e, in questo anno speciale, i centri e gli istituti partecipanti lo hanno voluto più di ogni altra cosa. L’obiettivo del festival è quello di creare e favorire l’incontro tra artisti e musicisti, ma anche con il pubblico. Il programma sarà composto da 13 concerti, di band provenienti da 13 paesi diversi, in streaming dal 13 novembre.
“Per quanto sia virtualmente irraggiungibile l’energia del pubblico dal vivo – ha commentato Scandroglio – trovo che lo streaming sia l’unica alternativa possibile al momento, almeno per qualche mese. Suoneremo quindi senza di voi, ma comunque per voi”.
Poco più di vent’anni ma il contrabbassista e bassista maremmano, di stanza a Firenze, dimostra di avere una maturità artistica, professionale e umana che lo rendono una delle stelle più lucenti del nuovo panorama del jazz italiano. Si è fatto conoscere dal pubblico televisivo grazie alla sua collaborazione con Lucio Corsi, per il programma di Daria Bignardi, L’Assedio (Canale Nove) – un’esperienza importante, come l’ha definita lui stesso; ha passato questo 2020 tra una nuova scoperta di sé stesso e dello strumento, soprattutto durante il lockdown, e la buona esposizione estiva, che gli ha consentito di recuperare una parte dei concerti persi durante i primi mesi dell’anno, tra lo studio e la scrittura del nuovo album.
Gli abbiamo chiesto qual è il suo pensiero sulle nuove e attuali generazioni di musicisti:
“Credo che le nuove generazioni abbiamo un compito importante: cercare di tener viva la musica. Purtroppo, in questo periodo noto una grande accademicizzazione dell’ambiente musicale, in tutti i campi (classica, pop, jazz etc) e una grandissima commercializzazione degli artisti. Tutto questo ha frenato molto il propulsore di sperimentazione che dovrebbe essere caratteristico ogni epoca musicale.
Devo dire però che mi sento fortunatissimo ad essere nato in questo periodo storico. C’è tantissima nuova musica mozzafiato. Il livello delle nuove generazioni di musicisti è altissimo. Il virtuosismo tecnico è oramai un dato scontato, un requisito minimo. In più devi avere una coscienza artistica e umana ben definita, un grande talento, e devi essere in grado di essere un buon manager di te stesso. Mettici pure che siamo numericamente il triplo rispetto alle generazioni precedenti.
Insomma, il livello “competitivo” si è alzato tantissimo, bisogna avere molto coraggio e determinazione”.