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New Conversations Vicenza Jazz: oltre 100 concerti per i 100 anni di Charles Mingus

Pubblicato il 24/03/2022

Home Page › Notizie › Stay tuned › New Conversations Vicenza Jazz: oltre 100 concerti per i 100 anni di Charles Mingus

Oltre 100 concerti per i 100 anni di Charles Mingus: la ventiseiesima edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz celebrerà l’anniversario di una delle figure più rilevanti della storia della musica afroamericana e di tutta la musica del secolo scorso.

Dopo due edizioni scombussolate dalla pandemia, il festival ritorna nella sua tradizionale collocazione di calendario, dall’11 al 22 maggio, con un programma artistico (ideato da Riccardo Brazzale) esuberante per produzioni originali, omaggi mingusiani e grandi nomi: da Bill Frisell a John Scofield e Joe Lovano, Avishai Cohen, Richard Bona insieme ad Alfredo Rodriguez, David Murray, John Surman, il ritorno dei Doctor 3, Enrico Rava con Fred Hersch e l’inedita partecipazione di Maria Pia De Vito.

Ma la grande novità del 2022 è il ‘raddoppio’ del cartellone a luglio, con una quattro-giorni, in programma dal 14 al 17 luglio, con appuntamenti di alto rilievo all’aperto: il Cross Currents Trio (con Dave Holland, Zakir Hussain e Chris Potter), Kurt Elling, Vijay Iyer e una serata scientifico-musicale con Mario Tozzi ed Enzo Favata. Un ‘raddoppio’ reso possibile dell’impegno suppletivo del coproduttore Luca Trivellato che anche quest’anno, come da ventisei anni, si unisce al Comune di Vicenza e alla Fondazione Teatro Comunale, per festeggiare il centenario della sua stessa azienda Trivellato.

Ad aprire la kermesse jazzistica vicentina due serate dedicate alla fase conclusiva dell’Olimpico Jazz Contest (semifinali l’11 maggio in trasferta all’Auditorium Fonato di Thiene e le finali il 12 al Teatro Comunale di Vicenza), a cui si affincheranno i primi live dedicati a Mingus. L’11 il contrabbassista Furio Di Castri rispolvererà il suo ormai storico progetto Furious Mingus, eseguendolo con un nuovo quintetto: attenzione alla numerologia mingusiana e agli accostamenti in altorilievo tra composizione e improvvisazione. Il 12, Di Castri affronterà la musica di Mingus da una ben diversa prospettiva: un solo di contrabbasso.

È una produzione originale il quintetto del sassofonista David Murray (il 17 al Teatro Comunale): il percorso stilistico seguito da questo storico sassofonista nella sua lunga carriera, partito dal free per approdare a un jazz più ‘ecumenico’ che ingloba il mainstream, la world music, la fusion, tenendo saldi i legami con l’Africa, è quanto mai ideale per calarsi nell’universo musicale di Charles Mingus, pieno di riferimenti tanto a Duke Ellington e Ben Webster quanto ad Archie Shepp e Albert Ayler.

Mancavano dai palcoscenici da un po’ di tempo e un loro ritorno in scena era quanto mai atteso: parliamo dei Doctor 3 (ovvero Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra), una delle più famose band del jazz italiano degli ultimi venticinque anni. Anche loro aderiranno al tema portante di Vicenza Jazz 2022, inserendo in scaletta musiche di Mingus, un terreno per loro inconsueto (il 19 al Teatro Olimpico, abbinati al trio ‘world’ di Tigran Hamasyan, per una serata speciale dedicata alla formazione del piano trio.

Nel cartellone troveranno poi spazio emblematici rappresentanti di altre correnti del jazz statunitense e internazionale. Bill Frisell, uno dei più ammirati guitar heroes dagli anni Ottanta, suonerà all’Olimpico (il 15) con una delle formazioni che gli lascia più libertà d’azione per le sue scorribande musicali. Prima di lui, il giorno precedente, sempre all’Olimpico, si esibisce il suo vecchio amico e compagno di tante battaglie musicali, il sassofonista Joe Lovano, in trio con due musiciste particolarmente personali: la pianista Marilyn Crispell e la batterista Carmen Castaldi. Il 21 all’Olimpico i riflettori saranno ancora puntati su una chitarra di livello assoluto, quella di John Scofield, jazzista tra i più influenti degli ultimi quattro decenni, ferratissimo solista post-bop da sempre sensibile alle seduzioni della fusion, il funky, il soul jazz, da quando suonava alla corte di Miles Davis.

Il jazz statunitense negli ultimi anni è particolarmente ricettivo nei confronti degli stimoli provenienti dal Mediterraneo e il Vicino Oriente. Portabandiera di questo afflusso di nuove idee e forme sonore è il bassista israeliano Avishai Cohen che sarà con il suo trio il 16 nella Sala Maggiore del Comunale. Sulla stessa scia è il lavoro del pianista armeno Tigran Hamasyan, nella cui musica convivono elementi folklorici del suo paese, ingredienti jazzistici e, sporadicamente, rock. Il progetto in trio che presenterà all’Olimpico (il 19, in abbinamento ai Doctor 3) è la sua prima prova completamente dedicata al repertorio degli standard. E ancora su questa strada è il giovane pianista statunitense ma di origini israeliane Yaniv Taubenhouse, che il festival di Vicenza si incarica di far scoprire al pubblico italiano.

Ci saranno poi esotismi dal nord e il sud del mondo. Due prestigiatori del ritmo che assieme ridefiniscono i limiti della propulsione sonora: sono il bassista camerunense Richard Bona e il pianista cubano Alfredo Rodriguez (13 maggio, in trio, al Teatro Comunale). John Surman è l’altra faccia del sassofono nordico, quella che meglio si contrappone all’egemonia sonora patinata di Jan Garbarek: lo troveremo in duo con il pianista norvegese Vigleik Storaas (il 18 all’Olimpico, in serata con l’Earth Trio).

Audace e propositivo: Vicenza Jazz 2022 ha in cartellone ben cinque produzioni originali. Oltre alle due dedicate a Mingus, ci sarà “Songs from the Heart”, un inedito quartetto creato da Ada Montellanico (protagonista dell’ormai celebre appuntamento di mezzanotte al Cimitero Maggiore, il 12 maggio); e poi l’Earth Trio, ovvero il bassista Paolo Damiani, il sassofonista Rosario Giuliani e il batterista Zeno De Rossi (il 18 all’Olimpico); e infine l’incontro tra il trombettista Enrico Rava e il pianista Fred Hersch, arricchito In maniera del tutto speciale dalla presenza vocale di Maria Pia De Vito (il 20 all’Olimpico).

Ma, come sempre accade a Vicenza Jazz, i concerti non si limiteranno ai teatri ma invaderanno la città, soprattutto nei locali (a partire dal Jazz Café Trivellato Bar Borsa) ma anche nei palazzi antichi, le chiese, i musei, i cinema, le librerie e, specialmente nel primo weekend, lungo le vie e le piazze del centro storico con più di una coinvolgente street band.

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2022 è promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, e con la partecipazione di Aquila Corde Armoniche di Vicenza come sponsor e Acqua Recoaro come sponsor tecnico.

Link al programma New Conversations – Vicenza Jazz 2022
Scheda socio I-Jazz Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza

Categoria: Da non perdere, Stay tuned

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