Pubblicato il 27/12/2019
Al via il 29 gennaio a Prato la 25a edizione del festival MetJazz, organizzato dal Teatro Metastasio con la direzione artistica di Stefano Zenni; un compleanno prestigioso per una rassegna che negli anni si è sempre contraddistinta per l’originalità delle proposte e delle produzioni presentate.
L’edizione 2020, in programma sino al 27 febbraio, coinvolgerà diverse location della città – lo stesso Teatro Metastasio, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, il Teatro Fabbricone, il Teatro Politeama Pratese, la Scuola Comunale di Musica Giuseppe Verdi – oltre al Pinocchio Jazz Club di Firenze, collaborazione ormai consolidata da anni e che porta la “voce” del MetJazz anche oltre Prato.
Un’edizione che ha scelto un tema significativo: “Le cose cambiano”, a sottolineare una nuova fase del festival, con un’apertura verso gusti e progetti musicali inediti per la rassegna pratese.
“Sono passati 25 anni da quando l’amministrazione comunale di Prato e il Teatro Metastasio diedero avvio a Metastasio Jazz (da qualche anno abbreviato in MetJazz) – dichiara Stefano Zenni – All’inizio, sotto la cura del batterista Andrea Melani, la formula era semplice ed efficace: una giovanissima ritmica residente (Stefano Bollani, Antonio Licusati e Andrea Melani) su cui si innestavano solisti italiani prestigiosi con omaggi ai grandi del jazz. Dalla terza edizione, con la mia direzione, la rassegna coinvolse musicisti internazionali, si concentrò sul jazz contemporaneo, su produzioni originali, esclusive, ma anche mostre, seminari ecc… affermandosi, in pochi anni, come una delle rassegne di punta in Italia.
La crisi ha poi picchiato duro e non ha risparmiato il fragile mondo del nostro jazz, ma dopo vari alti e bassi, grazie al sostegno della Fondazione Teatro Metastasio, alla collaborazione con le istituzioni del territorio – su tutte la Scuola di Musica Verdi e il Musicus Concentus di Firenze – al lavoro appassionato delle persone che si dedicano alla rassegna e ai musicisti che partecipano orgogliosi, eccoci a festeggiare con entusiasmo i 25 anni di vita del festival”.
Cinque gli eventi principali: l’anteprima del 29 gennaio sarà caratterizzata da una grande festa danzante al Centro Pecci Prato con Stefano Tamborrino e il suo trascinante e raffinato spettacolo “Don Karate” ormai ben noto per la mescolanza di hip hop, jazz, house, perfino punk, con larghe aree di improvvisazione avventurosa, atmosfere elettroniche, groove danzanti, in un intreccio dal suono trasparente e arioso, complici il bassista Francesco Ponticelli e il vibrafonista Pasquale Mirra.
Il festival inizierà poi ufficialmente il 3 febbraio (Metastasio) con un progetto speciale per il MetJazz della Martini Big Band formata da studenti e docenti del Conservatorio G.B. Martini di Bologna diretti da Michele Corcella, special guest il trombonista Gianluca Petrella. Protagoniste, le musiche della Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e Carla Bley arrangiate e riorchestrate in esclusiva per MetJazz dal M° Corcella.
Lunedì 10 febbraio, doppio appuntamento al Teatro Fabbricone con un’intera serata dedicata al pianoforte: dapprima il duo di Eve Risser e Kaja Draksler che si addentrerà nella ricchezza di colori e nell’esplorazione delle sonorità di “To Pianos”; a seguire il solista Alexander Hawkins, forse il più brillante pianista europeo della sua generazione. Lunedì 17 febbraio si torna al Teatro Metastasio con la Fonterossa OpenOrchestra di Silvia Bolognesi, formazione esemplare con musicisti di stili diversi, dilettanti e professionisti, che spazia senza pregiudizi in un repertorio tra jazz, pop, soul, rock.
Giovedì 27 febbraio al Politeama Pratese protagonista un compositore e arrangiatore di punta come Paolo Silvestri con una nuova composizione coprodotta da MetJazz e Camerata Strumentale Città di Prato “Anime verde speranza. Fuga di cuori e cervelli per grande orchestra”. Una suite in dieci episodi legati fra di loro senza interruzione, ispirato ognuno a un grande jazzista, da John Coltrane a Ornette Coleman, da Charles Mingus a Wayne Shorter, da Billy Strayhorn a Carla Bley, fino a Hermeto Pascoal e Duke Ellington. A seguire, l’esecuzione di “The River” di Duke Ellington nella versione sinfonica concepita nel 1970 per un balletto e allora orchestrata dal canadese Ron Collier, qui ripresa con integrazioni di Silvestri.
Arricchiscono il programma di MetJazz anche gli incontri di MetJazz Off e il concerto Incroci Jazz presentato in collaborazione con Pinocchio Jazz Club (15 febbraio, Marco Colonna e Alexander Hawkins duo).
“Questa non è una celebrazione, ma una nuova apertura – continua Zenni – Invece di crogiolarsi nel passato, MetJazz 2020 si offre come un nuovo inizio. A partire dalla festa in anteprima al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci con lo spettacolo raffinato e trascinante di Don Karate. Siamo in un mondo in crisi, ma ricco di energie creative, che cambia velocemente. MetJazz guarda avanti, al futuro, a come cambia la musica, a come cambiano i gusti. Ma sempre ricordandosi che la Storia è con noi: “Ancient to the future” era il motto dell’Art Ensemble of Chicago, a cui non a caso dedicheremo una conferenza. Ecco perché apriamo con le meravigliose musiche della Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e Carla Bley, una coproduzione con il Conservatorio di Bologna: per dare un segno politico; come politico è l’ideale comunitario della Fonterossa Orchestra di Silvia Bolognesi, formazione esemplare con esecutori dilettanti e professionisti (sul modello dell’AACM). E ancora, nuovo è lo sguardo sul pianoforte contemporaneo più creativo, nuova è la musica scritta da Paolo Silvestri per la Camerata Strumentale. Ben tre orchestre di natura diversa, quattro pianisti, solisti di peso come Petrella, conferenze e la festa d’apertura al Pecci.
Con questo programma pieno di musicisti, aperto al futuro e alimentato dalla speranza, MetJazz avvia una nuova fase della sua storia”.
Programma completo: https://www.metastasio.it/it/eventi/met-jazz/stagione-2019-2020