Pubblicato il 30/09/2022
Prende il via sabato 8 ottobre per concludersi sabato 12 novembre la diciannovesima edizione di Piacenza Jazz Fest. Una programmazione fitta e intensissima che conta ben centodiciotto musicisti sul palco suddivisi su una trentina di concerti, senza contare alcune delle attività collaterali più amate, come i Jazz Pedibus con la marchin’ band che accompagna i bambini della primaria a scuola, le Incursioni Jazz con la band che farà alcune estemporanee apparizioni quando uno meno se lo aspetta e tutte le attività con le scuole. Più di un mese con la musica che sarà la vera protagonista in città.
Non mancheranno gli appuntamenti con grandi nomi internazionali, la ‘crème de la crème’ degli artisti italiani, e i progetti speciali dedicati a figure emblematiche del nostro recente passato; a cui si affiancheranno le contaminazioni tra i generi e le arti, i concerti nei pub e nei locali, i momenti di approfondimento accanto a quelli più rilassati e conviviali, con il coinvolgimento di tutte le fasce di età e di gusti musicali. All’appello mancano solo i concerti all’Ospedale e le case protette per anziani, che ancora quest’anno non è possibile realizzare.
Nel calendario dei main concert 2022, spicca il duo che vede insieme Enrico Rava, che senza tema di smentite si può definire il più grande jazzista italiano, e Fred Hersch, il pianista che ha fatto dell’innovazione il suo elemento distintivo. In duo incroceranno le loro straordinarie storie musicali in un dialogo dai risultati non meno che sorprendenti. Un altro concerto molto atteso è quello di chiusura che avrà come protagonista Fabrizio Bosso, universalmente riconosciuto come uno dei migliori trombettisti a livello internazionale per tecnica e lirismo. Col suo quartetto accompagnato da un’orchestra d’archi diretta da Paolo Silvestri presenteranno You’ve changed, un progetto che racconta il grande amore di Bosso per la canzone, senza alcuna distinzione né di genere né di epoca, dove il suono del jazz riesce a lavorare in simbiosi con quello degli archi con un grande effetto emotivo.
Dopo l’annullamento del loro tour europeo a causa delle restrizioni per la pandemia negli ultimi due anni, si potranno finalmente accogliere gli Yellowjackets, una band mitica che ha fatto la storia della fusion e che resiste da oltre quarant’anni senza interruzioni e con pochissime variazioni di organico.
Una menzione particolare va allo Speciale Piano Trio, una combinazione di due concerti programmati a poche ore di distanza l’uno dall’altro che riflettono due tra le tante possibili impostazioni di una medesima formazione: quella del piano trio resa leggendaria da Bill Evans, tra gli altri. Si partirà il sabato sera con il trio di Christian Sands, pianista e compositore poco più che trentenne, ma già tra i protagonisti della scena jazz contemporanea per la sua tecnica impeccabile e il fraseggio elegante che non cede al virtuosismo fine a se stesso, definito da Wynton Marsalis “A jazz star of the future”. A stretto giro la domenica mattina successiva sarà la volta del trio guidato dal pianista Enrico Intra, punto di riferimento del jazz europeo che ha ancora molto da dire sul concetto di improvvisazione e su come realizzarla al meglio insieme ai suoi compagni di avventura in concerto.
Non mancheranno anche quest’anno le commemorazioni e gli eventi speciali a cui il Piacenza Jazz Club dà sempre ampio spazio, consapevole del valore della memoria e di quanto sia utile farne tesoro, come l’omaggio a Pier Paolo Pasolini a cento anni dalla nascita, a Ennio Flaiano nel cinquantesimo dalla scomparsa, a De André con Danilo Rea e, con il concerto di anteprima, ai mitici Beatles. Il concerto inaugurale “Le nuvole di Pier Paolo”, vedrà sul palco ben otto grandi musicisti italiani: Emilia Zamuner (voce), Mauro Negri (sax), Flavio Boltro (tromba), Jacopo Mezzanotti (chitarra e arrangiamenti), Mario Nappi (pianoforte), Davide Costagliola (basso e contrabbasso) e Paolo Forlini (batteria). L’omaggio a Flaiano sarà un reading tutto incentrato sulla figura del pungente scrittore, giornalista e sceneggiatore, che dal passato ha ancora tante cose da dirci e lo farà grazie alla voce recitante di Fabrizio Bentivoglio, che reciterà alcuni dei suoi testi, accompagnato dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti.
Un terzo tributo è quello organizzato in trasferta in virtù della collaborazione con l’associazione Tetracordo presso il Teatro Sociale di Stradella, con una delle nostre eccellenze pianistiche, Danilo Rea, in A Tribute to Fabrizio De André, un concerto in pianoforte solo che andrà ad esplorare il repertorio denso di rimandi e di sonorità profondamente evocative del grande cantautore genovese. Un omaggio sarà anche quello dedicato ai Beatles di Martha J. & Chebat Quartet, che costituirà l’anteprima di questa edizione che, come sempre, si tiene la sera della presentazione del programma nell’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Per indagare il rapporto tra musica e fotografia è stata scelta la performance multimediale dal titolo “La magia delle donne. Fra bellezza e quotidianità”, con musiche del duo composto da Boris Salvoldelli alla voce ed elettronica e Massimo Milesi ai sassofoni ed elettronica, ispirate alle fotografie del reporter Pino Ninfa.
Visto il grande consenso che hanno sempre riscosso, anche quest’anno torna la proposta di un concerto in solo all’interno della Basilica di S. Savino, tra le più belle architetture romaniche in Italia settentrionale, che oltre a tanti beni artistici e a una lunga storia, gode anche della virtù di possedere un’acustica invidiabile. Solitudo è il nome dell’album da cui trarranno origine i brani suonati da Anaïs Drago che utilizzerà il suo violino per estrarre una moltitudine di suoni caratterizzati da un’amplissima ricchezza armonica e melodica.
Non ci sarebbe Piacenza Jazz Fest senza la Fondazione di Piacenza e Vigevano, ente sostenitore fin dalla prima ora e main sponsor della manifestazione, che ha aderito all’idea progettuale con grande partecipazione e attenzione. Fondamentali per la buona riuscita del festival sono anche gli altri enti sostenitori, la Regione Emilia-Romagna e, da quest’anno anche il Ministero della Cultura, non più con il solo Patrocinio, ma con un contributo economico facente parte del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) e il Comune di Piacenza, la cui attuale amministrazione ha dimostrato grande sensibilità e attenzione verso l’iniziativa. Non bisogna dimenticare alcune realtà private che hanno deciso di investire in questo grande evento.
Link al programma completo di Piacenza Jazz Fest 2022
Scheda socio I-Jazz Piacenza Jazz Club