Pubblicato il 15/04/2016
“Jazz Loft” è una storia a fumetti, un noir ambientato nel mondo del jazz degli anni settanta, scritto ddl giornalista e critico musicale Flavio Massarutto con le illustrazioni di Massimiliano Gosparini. Il progetto a cura del Circolo Controtempo, è stato protagonista di due serate al Teatro Verdi di Pordenone, riscuotendo un grande successo da parte del pubblico. Per saperne di più abbiamo incontrato gli ideatori del fumetto.
IJ: Come mai la scelta di contestualizzare questo progetto editoriale durante il periodo del Loft Jazz nella metà degli anni 70 a New York?
FM: Quando ho iniziato a scrivere la storia, nel 2010, volevo che la vicenda si svolgesse durante la campagna elettorale del 2012. Nel fumetto ci sono precisi richiami a Barack Obama e alla violenta campagna contro di lui del Tea Party. Per fare coincidere i tempi l’antefatto doveva svolgersi al massimo una trentina d’anni prima. A quel punto è stato naturale pensare al Loft Jazz, un movimento ricco di suggestioni culturali e politiche, che amo e del quale si conosce poco. Diciamo che necessità narrative e passione hanno coinciso e la storia è venuta da sé.
IJ: La trama del fumetto è ispirata a fatti reali, che poi avete riadattato. Come mai questa scelta?
FM: Ci sono molti modi di raccontare il jazz a fumetti. In generale io preferisco che accanto al racconto storico ci sia sempre un elemento di invenzione e re-invenzione. Per me il fumetto è un genere visionario ed esprime al meglio le sue potenzialità nella forma del racconto, piuttosto che dell’illustrazione didascalica. Detto questo Jazz Loft è un noir e perciò un racconto di finzione. Diciamo che la vicenda reale del fotografo Eugene Smith ha funzionato da fattore scatenante. Grazie alla lettura del volume che racconta la sua storia ho immaginato il nocciolo centrale del fumetto. Sono partito da lì per costruire storie e personaggi.
IJ: Quanto tempo avete impiegato per la realizzazione del progetto? C’è un aneddoto particolare che ci volete raccontare successo durante la vostra collaborazione?
FM: Ci abbiamo lavorato un anno circa. Un episodio piuttosto divertente è successo una sera a casa di Massimiliano. Stavamo revisionando lo storyboard e il passaggio da una scena alla successiva non mi convinceva. Non riuscivo a trovare un collegamento che giustificasse lo spostarsi del giornalista Eric da casa sua al bar, dove avrebbe visto un telegiornale. La cosa andava avanti da un po’ senza sbloccarsi. Così ho chiesto una birra a Massimiliano, ma nel suo frigo non ce n’erano e a quel punto lui mi dice: “Andiamo a bercela al bar di sotto”. A quell punto l’ho guardato e gli ho detto “ Si. E abbiamo trovato anche la scena che mancava!” Così nel fumetto Eric va la bar perché il suo frigo è vuoto!
IJ: Quale tipo di collaborazione avete avuto con i musicisti che hanno composto la colonna sonora?
FM: Tutto il lavoro ha coinvolto, fin dall’inizio, i due compositori Massimo De Mattia e Bruno Cesselli. Quando ho scritto la prima versione della sceneggiatura ci siamo incontrati tutti e quattro e io l’ho letta ad alta voce. Appena pronto, gli ho poi inviato lo storyboard in modo che ci lavorassero parallelamente. Con loro mi sono confrontato tante volte per definire quali erano le scene e i personaggi da tenere al centro di ogni brano, il mood, il colore. Assoluta libertà, ma rigorosa condivisione dell’essenza e dello spirito del lavoro. Musica e fumetto sono importanti e autonomi allo stesso modo. Nessuna delle due prevarica l’altro ma si arricchiscono a vicenda.
IJ: Qual è stata la tecnica usata per le illustrazioni?
MG: La tecnica usata per le illustrazioni è l’olio su carta, una tecnica molto lenta che si basa sulla sovrapposizioni di velature di colore. Ho usato un bianco e nero molto impastato che mi ha permesso di trovare una vasta gamma di grigi, scaldati dalla carta che invece è ocra. Questa atmosfera carica di polvere ci proietta idealmente nell’ambiente del Loft.
IJ: La grapich novel può essere un modo diverso per abbracciare un pubblico più giovane?
FM: Uno dei tanti modi. Anche se questo è un fumetto “adulto” per concezione e contenuti. Direi piuttosto che il fumetto permette di fare arrivare il jazz a un pubblico ampio e nuovo.
MG: Si lo è, la narrazione per immagini è la più diretta ed è una trappola che cattura l’ immaginazione. Per questo anche chi non conosce il contesto viene attirato al suo interno.
IJ:Da dove nasce la vostra passione per il jazz?
FM: Per me è la passione di una vita, come per i fumetti. Il jazz l’ho scoperto agli inizi degli anni Ottanta direttamente dal vivo. Allora si andava a qualsiasi tipo di concerto senza preclusioni, è così che mi è capitato di ascoltare Sun Ra. Fu una folgorazione. Poi la solita trafila di ascolti e letture fino ad arrivare a dedicargli molto del mio tempo attraverso l’organizzazione di concerti, la scrittura e la critica musicale.
MG: La mia passione per il Jazz nasce dall’atmosfera che riesce a creare. Nelle mie performance di live painting collaboro spesso con musicisti Jazz, il motivo principale nella musica come nel mio disegno lascia spesso il posto all’improvvisazione. Questa combinazione è la narrazione.
A questo punto non resta che prendere nota del prossimo appuntamento in programma per “Jazz Loft”:
Le Nuove Rotte del Jazz 14° edizione || Trieste, maggio – giugno 2016
mercoledì 8 giugno 2016, ore 20.30 || Auditorium del Museo Revoltella
Ingresso libero
Per maggiori informazioni: www.controtempo.it