Pubblicato il 19/12/2015
C’è un luogo a Ferrara che unisce in armonia musica, arte, storia e buon vino: è il Jazz Club Ferrara, che da anni regala a spettatori e musicisti momenti da vivere in un’atmosfera affascinante e senza tempo. Opera nella prestigiosa sede del Torrione San Giovanni, splendido bastione rinascimentale tutelato da Unesco, all’interno del quale ogni anno passano oltre tremila persone e a calcare il prestigioso palcoscenico del Torrione sono molti protagonisti del jazz nazionale e internazionale. Plurivincitore dei JazzIt Awards come “Miglior jazz club d’Italia”, il Jazz Club Ferrara è una prestigiosa location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission. Abbiamo intervistato Francesco Bettini, direttore artistico del Jazz Club Ferrara.
IJ Quando è nato e a quando risale l’incontro tra Ferrara e il jazz?
FB È difficile a dirsi con precisione, ma come sovente accade, il tutto è nato dall’interesse di uno sparuto gruppo di appassionati e musicisti. Se ben ricordo, il capostipite del Jazz Club Ferrara fu il trombonista Giordano Balboni che fondò il Circolo Amici del Jazz assieme al notaio Alessandro Mistri nel 1977. Per oltre trent’anni Mistri ha retto le fila di un’attività pressoché ininterrotta che ha prodotto festival e rassegne a Ferrara, Comacchio e in molti paesi della provincia. Praticamente tutti i giganti della storia del jazz si sono esibiti dalle nostre parti: Miles Davis, Dizzy Gillespie, Ornette Coleman, João Gilberto, per proseguire con un elenco che quasi non conosce fine. Mistri ha prodotto addirittura il tour italiano della Carnegie Hall Big Band, che ha avuto per una stagione la residenza al Teatro Comunale di Ferrara (oggi Teatro Claudio Abbado). Erano altri tempi, ma credo che, sebbene all’interno dell’attuale spazio deputato ai concerti non si possano più realizzare produzioni eclatanti per questioni numeriche, quella attuale sia forse la formula che maggiormente riesce a penetrare il territorio e a costruire un vero e proprio circuito artistico, creativo e culturale a trecentosessanta gradi.
IJ Qual è stato il percorso intrapreso in questi anni per rendere il Jazz Club Ferrara così apprezzato? Ci sai dire quali sono state le tappe fondamentali?
FB La tappa fondamentale è stata la possibilità di avere in concessione dal Comune, a un canone sostanzialmente ‘simbolico’, una sede assolutamente prestigiosa come il Torrione San Giovanni, un bastione rinascimentale della cinta muraria estense, oggi patrimonio Unesco e location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission. Poter concentrare l’intera attività, o quasi, in un unico ambiente configurato come Circolo, ha fatto sì che si abbattessero sensibilmente i costi di produzione degli spettacoli e che le risorse legate all’autofinanziamento provenissero non solo dai biglietti, ma anche dal servizio del wine-bar interno alla struttura. Inoltre, l’aver dirottato i contributi istituzionali e privati in un contesto a basso impatto finanziario ha permesso all’associazione culturale Jazz Club Ferrara di affrontare gli investimenti necessari all’acquisto della strumentazione e degli arredi. Ne è derivata una sorta di virtuosa forma ibrida pubblico-privata a cui l’esperienza e la competenza dello staff hanno dato il tocco finale. In questi ultimi anni le risorse a disposizione si sono praticamente dimezzate e ha giocato un ruolo fondamentale l’essere riusciti a costruire una fitta rete di co-produzioni e co-promozioni su scala regionale. Il Torrione è sede di molte produzioni di associazioni e istituzioni affiliate, dal Bologna Jazz festival a Crossroads Jazz e Altro in Emilia-Romagna, da Ferrara Musica a Ferrara Arte e ancora Siena Jazz, i dipartimenti jazz dei Conservatori di Ferrara e Rovigo, ecc.
IJ Qual è l’obbiettivo che desiderate raggiungere tramite la programmazione promossa dal Ferrara Jazz Club? Quale pubblico desidera attrarre?
FB L’idea è quella di proseguire nella direzione tracciata negli ultimi dieci anni, che si è preposta di ampliare il più possibile il ventaglio stilistico delle proposte musicali, permettendo una maggiore differenziazione di pubblico. Faccio un esempio tangibile. Ecco solo alcuni degli artisti che si esibiranno nei primi mesi del 2016: James Carter, Marc Ribot, Joyce Moreno, i solisti della Chamber Orchestra of Europe, Nicole Mitchell, Eddie Gomez… Uno strano cocktail, no? Così facendo, ogni anno al Torrione passano oltre tremila persone diverse e per una cittadina di provincia il dato è notevole. Indubbiamente aver ospitato un gran numero di artisti internazionali ha costituito il biglietto da visita della nostra attività, consentendole di varcare confini locali e regionali, ma anche la forte considerazione dell’humus culturale della città e della regione non è mai venuta meno, questo consente di percepire e vivere attivamente il club come luogo dove produrre idee e poterle sviluppare. Ad esempio, le jam session del lunedì sera sono state, e sono ancora oggi, una palestra fondamentale per una quantità veramente consistente di giovani musicisti.
IJ Al Jazz Club Ferrara ha sede una resident band?
FB Sembrerebbe una domanda ‘pilotata’ perché, effettivamente, dopo diversi anni che ci ragioniamo su e due in cui ci stiamo seriamente provando, forse il 2016 rappresenta proprio quello in cui riusciremo a realizzare il progetto della resident band. Come spesso accade, tutte le cose un po’ si veicolano, un po’ accadono da sole. Oggi si sono finalmente create le giuste condizioni: il Club è frequentato da alcuni musicisti, in particolare Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon, che credono in questa realtà e sono disposti a investire tempo ed energie al di là di qualsivoglia considerazione pecuniaria. Siamo partiti con una sorta di laboratorio in stile Jazz Workshop di mingusiana memoria e ora, con un piccolo contributo di Endas (l’associazione nazionale a cui siamo affiliati), dal workshop sta nascendo la Tower Jazz Composers Orchestra, un largo ensemble che sarà piuttosto elastico sia in termini di line up, sia di estetica musicale. A questo progetto saranno dedicati tutti gli ultimi venerdì del mese e parallelamente proseguiremo anche con masterclass che, già lo scorso anno, hanno raccolto entusiasmo e partecipazione divenendo peraltro il serbatoio da cui attingere alcuni dei componenti dell’orchestra.
IJ Quali iniziative promuovete per coinvolgere il pubblico più giovane?
FB Da dieci anni il lunedì sera è la serata ‘giovane’ della settimana con gli ingredienti più ludici e informali. Prima di tutto l’ingresso è a offerta libera. Si parte con un copioso aperitivo a buffet con dj set (i dj cambiano ogni settimana e la selezione musicale ruota ovviamente su jazz e affini), a cui segue il concerto di gruppi generalmente caratterizzati da un taglio trasversale ai generi. A fine concerto parte la jam session. In questo modo il numero di universitari e giovani musicisti s’impenna notevolmente. Anche le serate dedicate all’orchestra possono rivelarsi altrettanto appetibili per il pubblico giovanile, almeno lo auspico, anche se credo che a esserne maggiormente interessati saranno per lo più musicisti e addetti ai lavori.
IJ Se parliamo di “jazz e futuro” cosa ti viene in mente?
FB Se ci riferiamo alla produzione, mi aspetto che enti e privati tornino a investire almeno come in passato, perché a queste condizioni neanche la passione e il volontariato sono più sufficienti a tenere in piedi la nostra attività e come noi, molte altre. La moria di club nello Stivale è piuttosto evidente e anche molte rassegne e festival non è che se la passino proprio divinamente. Se invece la domanda è riferita a quale orientamento il jazz avrà nel futuro, posso risponderti con certezza che continuerà a nutrirsi del mondo contemporaneo, acquisendo le forme più svariate e continuando a rappresentare il qui e ora, come è da sempre nella sua natura più profonda.
Per maggiori informazioni:
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline: 339 7886261 (dalle 15.30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15.30)