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Jazz Area Metropolitana: fra jazz, improvvisazione e formazione

Pubblicato il 21/02/2019

Home Page › Notizie › Stay tuned › Jazz Area Metropolitana: fra jazz, improvvisazione e formazione

Jazz Area Metropolitana arriva alla sua terza edizione e si svolge quest’anno dal 23 marzo al 6 aprile, coinvolgendo la provincia veneta in una salda rete di jazz, improvvisazione e formazione musicale. Antiche ville e molti centri del Miranese e della Riviera del Brenta accolgono le più originali proposte del giovane jazz italiano ed europeo a cui si affiancano due giornate di approfondimento con workshop, convegni, laboratori e percorsi formativi, dedicati a strumentisti, educatori, esperti del settore, in collaborazione con Università di Venezia, I-Jazz e MIDJ.
Il filo conduttore della nuova edizione di Jazz Area Metropolitana è l’esplorazione di nuovi territori musicali e la matrice europea. Sui palchi della rassegna si alternano gli svizzeri del Trio Heinz Herbert, la vulcanica Wolfgang Schmidtke Orchestra, il solo di chitarra del tedesco Claus Boesser, il Dress Code del Marco Magnelli Trio, il giovane ed energico Mirko Pedrotti Quintet e la musica visionaria di Camilla Battaglia e il suo progetto Emit.
L’approfondimento è dedicato al neonato progetto L.O.V.E. (Laboratorio Organizzato per la Vitalità Espressiva), format proposto dall’Associazione Nazionale Musicisti di Jazz, con ospite il sassofonista Claudio Fasoli, protagonista di un workshop pensato per condividere la sua importante esperienza d’artista. Non manca infine l’appuntamento dedicato alla didattica della musica e in particolare all’importanza del valore didattico della musica improvvisata, curato da I-Jazz, con interventi di docenti, critici e artisti di caratura nazionale, a cui si affiancano laboratori, percorsi formativi e performance live.
Nicola Fazzini, direttore artistico e ideatore del network insieme ad Alessandro Fedrigo, nonché musicista, ci racconta il progetto Jazz Area Metropolitana, le scelte artistiche e il focus sulla valorizzazione dei giovani talenti.
Con Jazz Area Metropolitana portate da tre anni un jazz di grande qualità nella provincia di Venezia, in quell’area metropolitana (appunto) in cui spesso germogliano i frutti migliori: cosa significa per voi questo festival?
Per noi questo è un progetto che riassume il lavoro fatto insieme ad Alessandro Fedrigo e molti altri negli ultimi dieci anni all’interno dell’associazione nusica.org. Jazz Area Metropolitana è un network che riunisce diversi progetti nati con noi nel territorio: i concerti per l’appunto nell’area del veneziano, più precisamente la Riviera del Brenta e il Miranese, l’International Jazz Day a Padova, e Sile Jazz. Un programma che da marzo a luglio coinvolge venti comuni nell’area di Padova, Venezia e Treviso, capoluoghi compresi, con partner importanti come le due università di Padova e Venezia e numerose collaborazioni sia a livello nazionale (I-Jazz, Midj ad es.), che locale come la Fondazione di Comunità della Riviera Miranese.
Un progetto, quindi, che unisce diverse anime: da un lato l’organizzazione di eventi con artisti di grande qualità, dall’altro una vocazione culturale con seminari, incontri e convegni che ci auguriamo possano ancor di più coinvolgere la cittadinanza e attraverso i quali speriamo di incidere ancor di più nel territorio, cercando di spiegare perchè questa musica che adoriamo può cambiare se non le vite delle persone (ma in qualche caso accade!), almeno il modo in cui noi percepiamo, concepiamo e viviamo il mondo che ci circonda.
Quanto influisce il vostro essere musicisti nelle scelte artistiche che fate?
Sicuramente molto. Abbiamo cominciato anni fa a a produrre dischi e poi concerti e altre attività, spinti da una certa insoddisfazione di fronte alla situazione complessiva del mondo del jazz italiano. Sentivamo il desiderio di cercare strade nuove a supporto degli artisti, ma anche di chi fruisce in senso ampio delle esperienze culturali. Inoltre, il fatto di suonare in Italia e all’estero e di vedere diverse realtà organizzative, ci consente di avere un quadro sempre aggiornato su quello che succede in giro sia dal punto di vista artistico che da quello più squisitamente tecnico organizzativo. Ho assistito a dispute sullla questione se la direzione artistica di un festival sia meglio affidarla a un musicista o a una figura professionale ad hoc. Personalmente ritengo che questa attività sia così peculiare, perchè raccoglie in sé diverse competenze artistiche, organizzative, di rapporto e conoscenza con il territorio, ecc. che è estremamente difficile avere una regola rigida, dipende sempre dalle qualità dalle esperienze e dalle capacità individuali.
Un programma ricco, questo che sta per cominciare, che pone anche una attenzione significativa ai giovani musicisti, come Camilla Battaglia. La valorizzazione dei giovani talenti sembra essere diventato un elemento fondamentale della politica del jazz italiano: quanto è importante secondo voi e siamo sulla buona strada?
Uno dei nostri obiettivi fin da subito è stato quello di dar voce in primis al jazz italiano, con progetti originali e che ci sembravano meritevoli di attenzione. Abbiamo in qualche modo precorso i tempi di quello che per fortuna sta succedendo ora attraverso il MIDJ e I-Jazz, associazioni che hanno assunto la consapevolezza di un’esigenza di rinnovamento del jazz italiano, e che stanno contribuendo a farlo in modo importante. Stiamo inoltre spostando il nostro focus anche sul jazz europeo perchè, come in Italia, ci sono moltissimi artisti e progetti interessanti in Europa che meritano di essere conosciuti e apprezzati.
In questa prima parte della rassegna ospiteremo, oltre a Emit di Camilla Battaglia, il Mirko Pedrotti Quintet dal Trentino, il trio di Marco Magnelli dall’Emilia Romagna, il Trio Heinz Herbert (grazie alla collaborazione con la rassegna di musica svizzera New Echoes), un interessante chitarrista tedesco Claus Boesser Ferrari e una big band italo tedesca, la WSO Orchestra, a coronare un simbolico suggello di collaborazione tra diverse nazioni. Inoltre ci tengo a sottolineare il progetto L.O.V.E. con ospite Claudio Fasoli, una residenza realizzata grazie a MIDJ e una giornata dedicata al jazz nelle scuole dal titolo “A Scuola Improvvisando” con workshop, convegno e concerti di giovanissimi in collaborazione con I-Jazz.
 
Programma completo al link: italiajazz.it/attivita/festivals-e-rassegne/jazz-area-metropolitana

Categoria: Stay tuned

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