Pubblicato il 16/09/2019
Area Sismica è da quasi trent’anni uno dei fari della musica contemporanea in Italia, musica senza generi, senza filtri, senza etichette. “Il comune denominatore è lo spostamento, la fusione dei confini dei vari generi musicali” e continua a esserlo anche oggi per tutta l’attività dell’associazione romagnola, compreso il Forlì Open Music, il festival che dal 2015 Area Sismica organizza in collaborazione con il Comune di Forlì. Una rassegna che propone concerti che vanno dalla musica classica alla contemporanea, passando dal jazz e la musica elettroacustica. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico e organizzatore, Ariele Monti.
Partiamo da Forlì Open Music, il festival organizzato da Area Sismica nel capoluogo romagnolo: quali idee e obiettivi stanno dietro alla “costruzione” di questo progetto?
“Il FOM è una sorta di paradigma di tutta l’attività di Area Sismica. Alla base vi è la volontà di divulgare e abbattere le etichette affibbiate ai vari ambiti musicali. È una passeggiata che parte dalla musica classica, per passare a tutte le forme della musica del presente, con anche progetti commissionati ad hoc, con lo scopo di creare connessioni tra mondi non così distanti come si vorrebbe far supporre. È l’unica manifestazione interamente a ingresso gratuito che organizziamo e non è nella nostra sede, bensì in pieno centro città, in una cornice imponente, quale è l’ex chiesa di San Giacomo”.
Musiche contemporanee, arte, attenzione allo spazio urbano: da quanti elementi è composto FOM?
“Il FOM è costituito essenzialmente da musica, le altre forme d’arte presenti sono direttamente connesse alla rassegna. Ad esempio nella edizione 2019 vi sarà la mostra fotografica di Ziga Koritnik, tra i più grandi fotografi di musica di improvvisazione e free jazz e la presentazione del libro di Stefano Scodanibbio, figura chiave della musica contemporanea, che di Area Sismica è stato amico e ispiratore.
Quanto alla sede, oltre che essere davvero bella, è in una posizione ideale per coniugare musica scevra da qualsiasi forma di intrattenimento a una grande affluenza di pubblico.
Area Sismica si contraddistingue ormai da quasi 30 anni per la capacità di programmare e produrre molteplici linguaggi musicali: cosa è cambiato in questi anni sia dal punto di vista artistico sia di ricezione del pubblico?
“Area Sismica ha cambiato pelle più volte. Infatti fin da subito al suo interno si sono susseguite diverse figure che, viste in prospettiva, fanno parte di un mosaico che non si completerà mai, perché alla base vi è una volubilità rispetto alla musica quasi famelica. È il contesto del presente che ci interessa e inevitabilmente in questi trent’anni di mutazioni dal punto di vista artistico ne sono occorse parecchie.
Parlando di pubblico, la più grande gioia degli ultimi anni è la presenza delle giovanissime generazioni, che si approcciano sorprendentemente alle nostre proposte più radicali di musica contemporanea, e che riusciamo poi ad avvicinare anche agli ambiti improvvisativi, compresi quelli riconducibili al jazz attuale”.
Qual è, a tuo parere, lo stato di salute del jazz italiano?
“Non penso di essere la persona giusta per parlare di jazz, per lo meno in tutte le sue accezioni, anche se solo riferite alla scena italiana. Come detto Area Sismica nasce per propugnare musica al di là di steccati ed etichette. Nel corso di questi 30 anni abbiamo ospitato numerosi musicisti che si possono accostare a questo ambito e siamo in contatto con diverse realtà organizzative intitolate al jazz (e l’appartenenza a I-Jazz ne è una prova), ma non tutto quel mondo ci appartiene e ci è difficile tastare il polso di un ambito musicale così variegato e contenente una serie di presupposti diversissimi tra loro.
Nel nostro piccolo tentiamo di divulgare i protagonisti della scena italiana più legata ai contesti del presente, i quali sono tanti e parecchio agguerriti, e non hanno nulla da invidiare ai più acclamati artisti stranieri. Ma è una lotta impari, gli ambiti mainstream italiani godono di una attenzione (anche istituzionale) che non ha tradotto risorse in direzioni più libere o anche solo meno normalizzanti”.
Programma al link: italiajazz.it/attivita/festivals-e-rassegne/forl%C3%AC-open-music