Pubblicato il 24/10/2019
“Mi piace pensare che veniamo da molto lontano. Lontano nel tempo. Mi piace ascoltare dentro di me, nei miei geni, i suoni antichi, l’eco di un tempo in cui l’aspetto spirituale dell’arte era centrale, in cui la musica era più fortemente vissuta nella sfera del sacro. Perché non si tratta di decorare, né di intrattenere ma di porre domande, di aprire porte misteriose affacciate sul rischio e, nello stesso tempo, di riuscire, ancora una volta, a creare uno spazio dove la musica possa essere, crearsi, essere ascoltata. Un temenos nel quale poter suonare, danzare, dipingere, ricercare”. Così il direttore artistico Roberto Bonati presenta la XXIV edizione di ParmaJazz Frontiere, dedicata quest’anno al tema “Antiche Presenze, Futuri Misteri”, che prende l’avvio venerdì 25 ottobre con oltre un mese di programmazione, fino ai primi di dicembre. Il festival, come tradizione, mescola produzione, grandi ospitalità e formazione, ma anche gioco e suggestione come suggerisce il titolo scelto da Bonati. Importanti, come sempre, saranno anche le location scelte per il festival: dalla Pilotta al Teatro Farnese, dal Ridotto del Teatro Regio alla Casa della Musica oltre che a librerie e musei sparsi nel centro di Parma.
Protagonista del debutto del 25 ottobre sarà Arve Henriksen con il Trio Mediæval – le tre voci di Anna Friman, Linn Andrea Fuglseth e Jorunn Lovise Husan – impegnati in Rímur, un suggestivo progetto artistico dedicato alla grande tradizione popolare nordica. Il 27 ottobre continua la programmazione musicale dedicata al Nord Europa con il trio Trees of Light: se il dialogo tra culture differenti rappresenta un’occasione di incontro e arricchimento, la collaborazione tra il contrabbassista Anders Jormin e la cantante e violinista folk Lena Willemark, entrambi svedesi, con la suonatrice giapponese Karin Nakagawa si presenta come preziosa occasione di confronto. Il 3 novembre, all’APE Parma Museo sarà la volta della giovanissima e talentuosa pianista statunitense di origine armena, Areni Agbabian, la quale ha recentemente debuttato con la casa discografica ECM di Manfred Eicher grazie a Bloom, un disco aperto da un tratteggio all’unisono, poche note distillate tra il pianoforte e la voce che sussurra l’incipit del primo brano “Patience is more important now…”. Un esordio che restituisce bene l’estetica di questa artista, raccolta in questa incisione realizzata sotto la guida dello stesso produttore tedesco in una sessione di registrazioni tenuta nell’ottobre del 2016 presso l’Auditorium della RSI di Lugano.
Il programma proseguirà a ritmo serrato tra grandi nomi internazionali, produzioni originali (come la Chironomic Orchestra diretta da Bonati: “un viaggio molto speciale. Una musica che sarà ancora una volta irripetibile, che vivrà nel presente, che dipingerà il nostro presente. Come un màndala a segnare l’impermanenza”), giovani musicisti che si sono già fatti riconoscere nel panorama nazionale e internazionale come Gabriele Fava, Andrea Grossi, Luca Perciballi, per citarne alcuni, e importanti sessioni formative, come quella con Roberto Masotti, con Jacopo Tomatis, con Claudio Sessa e Stefano Zenni.
Info e programma completo: http://parmafrontiere.it/