Pubblicato il 18/10/2019
Padova Jazz Festival arriva alla sua ventiduesima edizione con piano edition, in scena dal 25 ottobre al 23 novembre. Il programma di questo anno pone l’attenzione decisamente sui pianisti, con stelle del calibro di Raphael Gualazzi, Monty Alexander, Kenny Barron, Vijay Iyer, Benny Green, Aaron Diehl, nonché l’organista Dan Hemmer.
Un mese di concerti per coinvolgere l’intera città, con concerti ospitati in varie sedi: dalle sale riservate ai grandi eventi (il Teatro Verdi e l’MPX) alle prestigiose location della Sala dei Giganti (che ospiterà una sequenza di recital di solo piano) e dello storico Caffè Pedrocchi (per le serate in stile jazz club). La Sala Fronte del Porto al PortoAstra sarà invece il punto di ritrovo per le proposte musicali più audaci e moderniste. Prende il via infatti quest’anno, la collaborazione con il Centro d’Arte dell’Università di Padova, storica associazione cittadina attiva sin dagli anni Quaranta, per la realizzazione dei concerti alla Sala dei Giganti e alla Sala Fronte del Porto/PortoAstra.
Alcuni punti forti del programma
La cantante Vanessa Tagliabue Yorke terrà a battesimo il ventiduesimo Padova Jazz Festival in una serata ‘prologo’ ai concerti nei teatri: il 25 ottobre presso lo stellato Ristorante La Montecchia porterà in scena “We Like It Hot”, omaggio all’hot jazz degli anni Venti.
Le tre serate di punta del cartellone del festival padovano vedranno transitare al Teatro Verdi e all’MPX nomi di assoluto riferimento in diversi ambiti jazzistici. E sarà una parata di grandi tastieristi. A partire dal jazzista ‘infiltrato’ nel mondo del pop – che ha notevolmente nobilitato con le sue canzoni – Raphael Gualazzi che in occasione del concerto padovano torna alla sua originaria passione, concedendosi il piacere di suonare alcuni dei più noti brani del repertorio jazz e blues oltre ai suoi brani di maggior successo. Lo faràinsieme a Mauro Ottolini, uno dei protagonisti assoluti del jazz italiano (2 novembre, Teatro MPX) .
Al Teatro Verdi, il 22 novembre arriverà Monty Alexander, pianista che ha segnato col suo virtuosismo un lungo arco della storia del jazz, dagli anni Sessanta a oggi. Alexander è uno dei solisti più esuberanti e intensi che si ricordino, capace di rendere in maniera travolgente qualunque soggetto musicale, bop o swing, blues o gospel, calypso o reggae…
Il 23 novembre i riflettori saranno concentrati sulla batteria di un idolo come Steve Gadd, che riscoprirà il piacere di suonare in maniera pressoché acustica con un trio all-leaders in cui l’organ jazz sarà portato ai massimi livelli di interplay e virtuosismo. Al fianco di Gadd, due brillanti danesi: il sassofonista Michael Blicher e Dan Hemmer, che col suo organo Hammond rimarcherà il focus tastieristico del programma festivaliero.
I giganti del pianoforte
Tre serate in compagnia di altrettanti pianisti ai vertici del jazz mondiale, tutti invitati a esibirsi in solitudine. Alla Sala dei Giganti (Palazzo del Liviano) si assisterà a un tripudio di tastiere: quelle di Benny Green (7 novembre), Kenny Barron (14 novembre) e Vijay Iyer (21 novembre). Prodigio sin da giovanissimo, Benny Green ha sempre frequentato i grandi del jazz, arrivando ben presto a essere un loro pari: un talento incontenibile, il cui virtuosismo si trasforma in gioia e giocosità sul pianoforte, conferendo una carica voltaica al mainstream moderno.
Il nome di Kenny Barron evoca più di un brivido nell’appassionato di jazz, per l’estrema eleganza e limpidezza del suo tocco oltre che per la cultura profonda che gli permette di dominare il linguaggio pianistico moderno: in una parola, un fuoriclasse. Vijay Iyer è uno dei pianisti che stanno definendo più chiaramente i contorni del piano jazz contemporaneo: la vitalità del suo stile esecutivo e l’avventurosità delle sue composizioni dimostrano un’incredibile ampiezza di interessi musicali.
Centro d’Arte e Caffè Pedrocchi
Continua anche la programmazione alla Sala Fronte del Porto/PortoAstra – l’oasi del festival in cui far crescere musica a stile libero – con una rassegna parallela a cura del Centro d’Arte dell’Università di Padova, per quattro serate con le orecchie aperte verso i giovani talenti e le idee più controcorrente; e il Jazz @ Caffè Pedrocchi con un programma complementare nello storico locale della città.
Non mancheranno poi le occasioni per apprezzare il jazz in altre forme: dalla mostra dedicata a uno dei principali fotografi jazz del nostro paese, Roberto Cifarelli (alle scuderie di Palazzo Moroni dal 10 al 24 novembre; con la presenza del fotografo per l’inaugurazione, il 9, e per tutta l’ultima settimana del festival, dal 18 al 23), alle presentazioni editoriali al Caffè Pedrocchi, tutte introdotte da Stefano Merighi (il 6 novembre con Claudio Sessa per Mister Jelly Roll di Alan Lomax; il 13 con Francesco Martinelli per la History of European Jazz; il 20 con Roberto Masotti e il libro fotografico Jazz area).
Il Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e di Antenore Energia.
Info e programma completo: https://www.padovajazz.com/