Pubblicato il 05/06/2018
Inizierà il 20 giugno la nuova edizione di Etnica, la rassegna organizzata del Jazz Club di Vicchio, in collaborazione con Music Pool, nel cuore del Mugello. Nota nel mondo per i natali di Giotto, Vicchio assume oggi una nuova identità grazie alla musica e a una comunità in grado di far interagire una scuola di musica, una stagione teatrale e musicale, un festival di jazz primaverile, un festival musicale estivo e una band che ha stupito il mondo: i Funk Off diretti da Dario Cecchini,
Etnica unisce da sempre i linguaggi musicali più svariati, a sostegno dell’incontro tra territorio e musica; ed è proprio in tale ottica che quest’anno Vicchio è tra i protagonisti di “Borghi Swing”, il progetto ideato da I-Jazz, con il sostegno del Mibact, per promuovere i borghi “musicali” più belli d’Italia. A parlare con noi di questo e del programma di Etnica, Nicola Cipriani.
Un programma ricco e di grande qualità quello di Etnica 2018. Come lo avete pensato e costruito?
“Non è facile ogni anno inventarsi un cartellone che sia di qualità, che risponda alle esigenze di fattibilità economica del nostro festival e che soprattutto contenga degli elementi di innovazione. Quest’anno pensiamo di esserci riusciti con alcune piccole perle. Prima di tutto l’inaugurazione del festival affidata al duo di Gino Paoli e Danilo Rea che vedrà per la prima volta in assoluto la collaborazione della Funk Off, in una produzione originale di Etnica. Giovedì 21 apriremo con un coro costituito da immigrati e richiedenti asilo che vivono nel Mugello, riuniti nel progetto CONfusion. A seguire il gruppo capitanato da tre fratelli argentini SuRealistas che vedrà la partecipazione di alcuni ospiti. La Bandabardò è protagonista del concerto di venerdì 22: un gradito ritorno a Vicchio, a distanza di ben diciotto anni, per un’occasione importante come il tour dei 25 anni. Ne siamo veramente felici. Sabato 23 invece, unica data dei colombiani Puerto Candelaria, un gruppo innovativo che unisce la cumbia al balkan: festa e allegria allo stato puro! Sempre sabato avremo una band di percussioni al femminile, Bandidas, e la Baro Drom Orkestar che ci porterà in giro tra la musica del Mediterraneo. Domenica 24 gran finale con il ventesimo compleanno dei vicchiesi Funk Off che avranno come ospiti una banda tradizionale norvegese e la splendida voce di Karima”.
25 anni di Bandabardò e 20 anni di Funk Off: cosa hanno in comune queste due storiche formazioni?
“Per Bandabardò e Funk Off la musica è aggregazione, gioco di squadra e amicizia. Hanno in comune un’idea di musica che arriva subito al cuore delle persone per energia e coinvolgimento”.
Etnica quest’anno è anche Borghi Swing: cosa pensi di questo importante progetto di I-Jazz?
“Il progetto Borghi Swing è stata un’idea geniale del presidente di I-Jazz, Gianni Pini, collaboriamo da 20 anni e lo considero un maestro. Fare rete con piccole realtà italiane è un’idea vincente. I festival come il nostro possono vivere solo e soltanto se inseriti in progetti di più ampio respiro, nei quali piccole realtà unite possono riuscire a comptere, in termini numerici, con i festival dei “grandi nomi” e delle grandi risorse. Questi borghi, oltre al comune denominatore dato dai festival e dalla musica, sono accomunati dalla passione delle persone che li organizzano: le diverse culture e tradizioni presenti in tutte queste piccole realtà rappresentano uno spaccato dell’Italia che ha a cuore il proprio paese, che tenta di valorizzare anche attraverso i festival stessi”.
La musica dal vivo può quindi essere uno strumento importante di promozione territoriale?
“Si lo è. Conoscere il territorio, i suoi paesaggi, l’arte e l’architettura attraverso i festival è fondamentale e vincente. La musica è strumento di promozione territoriale ma anche di sviluppo economico.”
Giulia Focardi