Pubblicato il 21/01/2022
Due anni di pandemia, una ripartenza che ha avuto il sapore di una corsa ad ostacoli e poi mesi di navigazione a vista in mare aperto. Per il mondo della musica dal vivo la strada continua a essere accidentata, ma in molti casi gli anticorpi ‘culturali’ messi in circolo dalla crisi generata dal Covid-19, stanno dando i loro effetti. Tra i soci I-Jazz la parola resilienza non è certo una novità, e i tanti progetti e iniziative realizzati con successo nel 2021 ne sono una prova.
Un’iniezione di fiducia per continuare a costruire il futuro del jazz italiano, mettendo in gioco passione, competenza e voglia di sperimentare. Tre ingredienti che troviamo al centro del nuovo progetto dell’associazione Teatro Summarte di Napoli, protagonista di una collaborazione artistica con lo spazio Winehouse all’insegna della musica jazz, blues e non solo. Ne abbiamo parlato con Marco Panico, neo direttore artistico del progetto
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In un periodo ancora complicato per il settore musica dal vivo, iniziate l’avventura della direzione artistica del Winehouse, chi te lo ha fatto fare?
Senza follia questo mestiere non lo si può fare. Nel mio piccolo poter essere un faro per gli artisti e per i tanti appassionati del settore è la cosa che mi fa andare avanti. Ho trovato una proprietà, quella del Winehouse, che ha voluto puntare sulla diffusione della musica e quindi il merito più grande va sicuramente agli imprenditori culturali che hanno realizzato tutto ciò.
Da dove sei partito per la programmazione dei primi eventi?
Per la prima parte della programmazione, che non ho curato direttamente, il mio ruolo è stato soprattutto di gestione degli eventi. Ora sto lavorando sul filo rosso che terrà legati gli appuntamenti della rassegna. Voglio puntare sulla varietà dell’offerta artistica e accogliere progetti che spaziano dal jazz al blues, dando molto spazio alle nuove generazioni di musicisti, affiancandoli ai nomi di artisti già conosciuti. In questa prima fase la programmazione è molto varia, dal mese di marzo cercheremo di puntare ai nomi internazionali e di mantenere il calendario degli appuntamenti dal martedì al sabato. Le serate sono solitamente a ingresso gratuito con la possibilità di bere degli ottimi vini, drink oppure di fare una vera e propria cena elegante.
Cosa porterete dell’esperienza del Teatro Summarte in questo nuovo progetto?
Il Teatro Summarte ha dimostrato negli anni una costante crescita, cercando sempre di andare verso l’esigenza del suo pubblico e di creare un’esperienza unica nel suo genere. E’ questa la stessa scelta del Winehouse: voler essere un luogo in cui oltre alla ristorazione di qualità anche la musica è di casa, anzi ne diventa il fulcro dal martedì al sabato, come avviene in tanti locali delle maggiori capitali mondiali, da New York a Parigi ecc…
Da sempre lavorate mettendo insieme istanze sociali, tradizioni culturali, ed esperienze artistiche e sensoriali: cosa aggiunge la musica jazz a questo mix vincente?
La musica jazz è nata come evoluzione di diversi generi musicali, dalle canzoni di lavoro alla musica colta, quale scelta migliore per poter coniugare tradizioni culturali e istanze sociali. Le esperienze artistiche e sensoriali le si creano in location che possano permettere tutto ciò attraverso la cura dei dettagli e programmazioni interessanti.
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