Pubblicato il 27/04/2017
Al via la 24esima edizione di Fabbrica Europa, il grande laboratorio artistico alla ricerca di nuove prospettive con cui guardare il mondo.
Dal 4 maggio al 15 giugno la Stazione Leopolda di Firenze sarà protagonista di un fitto programma di eventi a cui prenderanno parte alcuni tra i massimi esponenti delle performing arts provenienti da tutto il mondo. Un viaggio alla ricerca di nuovi linguaggi, tra grandi nomi e giovani emergenti della scena performativa più ricercata, un panorama artistico e attuale che mostra nuove vie creative e sociali.
Abbiamo chiesto a Maurizio Busìa, direttore artistico della sezione musica del festival, di raccontarci le novità di questa 24esima edizione.
Il festival di Fabbrica Europa arriva quest’anno alla sua ventiquattresima edizione. Quali saranno le novità di quest’anno e le sfide per il futuro?
La novità più importante è che abbiamo lavorato a un programma in cui musica, danza e performing arts si intrecciano in maniera organica, come non accadeva da anni. Quindi non una divisione in sezioni, ma un festival da fruire senza troppi riferimenti di genere e per questo adatto a scoprire nuove sfacettature dell’arte performativa contemporanea.
Un festival che ha la multidisciplinarità come elemento fondante e che vede la partecipazione di espressioni artistiche diverse, ma complementari. Per quanto riguarda il programma musicale, quali sono state le scelte della direzione artistica per questa edizione?
Considerando che il festival si inaugura con uno spettacolo di danza creato sulle musiche di Coltrane, “A Love Supreme” di Salva Sanchis & Anne Teresa De Keersmaeker / Rosas, e che diversi concerti sono arricchiti dalle arti visuali (per esempio il concerto di Marco Parente “Eppur non basta”, che vede il tocco dell’artista Giacomo Costa, oppure quello di Adriano Viterbini con i live paintings di Davide Toffolo), si può dire che la multidisciplinarietà è la cifra distintiva rispetto ad altre realtà presenti sul territorio.
In più cerchiamo di lavorare a un programma senza steccati, in cui attorno per esempio al concerto dei Marlene Kuntz e di Edda si può trovare la presenza di una cantante straordinaria come Mayra Andrade, di musicisti come Hamid Drake e William Parker, oppure l’elettronica raffinata di Matthew Herbert. Vogliamo dare il segno di una contemporaneità aperta: il che non vuol dire facile, ma sicuramente accessibile per chi ha voglia di mettere in gioco i propri sensi.
Il festival Fabbrica Europa richiama ogni anno performer provenienti dall’Europa, ma anche Medio Oriente, India, Cina e Mediterraneo. Un luogo di incontro e dialogo tra comunità artistiche diverse. Un filo conduttore comune anche al Festival au Désert, progetto che fa sempre capo a Fabbbrica Europa. Ci può dare qualche anticipazione sulla prossima edizione?
Una grande novità sarà la piazza in cui verrà realizzato il festival, che dopo i primi anni al Parco delle Cascine e cinque edizioni alle Murate, approda in piazza Ognissanti l’11, il 12 e il 13 luglio. Sarà un programma molto ricco, che prevede attività laboratoriali anche sui quartieri della città e un coinvolgimento attivo e reale delle comunità di immigrati. Il tutto a ingresso gratuito.
Non rimane che attendere il 4 maggio, primo appuntamento con il festival che ha fatto della fusione delle arti il suo carattere distintivo e che vede nel dialogo tra musica, teatro e danza la possibilità di creare un nuovo futuro possibile.
Per il programma musicale del festival: http://italiajazz.it/attivita/festivals-e-rassegne/fabbrica-europa