Pubblicato il 29/05/2018
Il Locus Festival è dal 2005 uno dei maggiori festival a vocazione “glocal” d’Italia. Partito da una dimensione locale, che tutt’ora mantiene – Locorotondo, appunto – si è aperto da subito alla musica globale, diventando immediatamente riconoscibile tra le maggiori rassegne d’avanguardia, non solo a livello nazionale. Da sempre un festival attento alla valorizzazione del territorio e al connubio tra turismo e cultura, con proposte che riflettono ogni anno l’alta qualità artistica dei musicisti coinvolti, spesso vere e proprie star mondiali.
Non è un caso, infatti, che il Locus – organizzato e diretto da Bass Culture, in collaborazione con il Comune di Locorotondo – abbia aderito al progetto “Borghi Swing”, ideato da I-Jazz per promuovere i borghi più belli d’Italia attraverso la musica e l’arte. Un riconoscimento importante per un festival senza confini, geografici, stilistici, culturali.
L’edizione del 2018 inizierà il 7 luglio con un progetto pensato da Robert Glasper (data unica in Italia) e si concluderà l’11 agosto con Floating Points, uno dei maggiori rappresentanti della scena elettronica internazionale. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Gianni Buttiglione.
Quattordici edizioni di un festival che tenta da sempre di superare qualsiasi barriera – culturale e sociale – facendo della música un vero e proprio linguaggio universale, un ponte tra le culture. Quali sono i punti di forza di questo anno?
“Il punto di forza è aver intrecciato il più possibile la programmazione musicale con altri mondi e linguaggi artistici, dalla video arte e fotografia, al fumetto, alla scrittura fino alla critica musicale, tutto grazie a un bel lavoro di networking e di sana collaborazione con quelle realtà affini presenti sul territorio regionale e non solo”.
Come nasce il claim di questa edizione “Cultural Weaves”? E dove ci porteranno queste onde?
“Tutto è nato da una nostra riflessione su una figura fondamentale per chi considera la musica un mezzo per attraversare territori e linguaggi differenti e senza nessun steccato: Alan Lomax. Lomax è stato un antropologo ed etnomusicologo che ha dedicato la sua vita a raccogliere materiali sonori in quasi tutto il mondo e tra i paesi visitati in italia per la sua ricerca abbiamo scoperto che ci fu anche Locorotondo”.
Quest’anno Locorotondo è tra i protagonisti di “Borghi Swing”, il progetto realizzato da I-Jazz per promuovere i borghi più belli d’Italia sposando il connubio arte-territorio: cosa ne pensi?
“Vogliamo promuovere le piazze luminose e fresche di Locorotondo attraverso la programmazione musicale degli artisti che abbiamo a cuore; è una città ricca di storia e tradizione. Da tempo il nostro borgo è un modello di accoglienza e di un turismo esperienziale fatto di cose semplici e uniche, e il progetto Borghi Swing è una perfetta sintesi di questa scelta. Un’opportunità per definire una prima mappa geografica di quello che in italia si sta consolidando ormai da qualche anno grazie al lavoro di tanti operatori sempre attenti a promuovere un turismo culturale che si armonizzi il più possibile con il territorio che lo ospita”.
Gli eventi imperdibili del Locus Festival 2018?
“Il programma è da seguire e gustare giorno per giorno, ma siamo molto orgogliosi di poter ospitare in esclusiva nazionale il live R+R=NOW, uno speciale dream team tutto americano con Robert Glasper, Tearrace Martin, Cristian Scott, Derrick Hodge, Justin Tyson e Taylor McFerrin. Appuntamento sabato 7 luglio al Mavù Club di Locorotondo”.
Link al programma del festival http://www.italiajazz.it/attivita/festivals-e-rassegne/locus-festival
Giulia Focardi