Pubblicato il 22/07/2022
“Uno spazio straordinario di creazione e diffusione musicale” con questa parole si apre la relazione artistica che presenta la venticinquesima edizione di Una Striscia di Terra Feconda, festival franco-italiano di jazz e musiche improvvisate, in programma da luglio a settembre tra Roma e due splendidi siti Unesco come il Museo nazionale di Palestrina, e il Palazzo Farnese di Caprarola. Un programma che nel 2022 porta la firma, oltre dei due storici direttori artistici della rassegna, Paolo Damiani e Armand Meignan, anche di Roberto Catucci. Un’edizione che prevede produzioni originali, prime nazionali, commissioni di nuove composizioni, residenze d’artista, spazio per giovani talenti ancora sconosciuti – valorizzati grazie anche al prestigioso Premio Siae e alle collaborazioni con le Associazioni Nazionali I-Jazz, MidJ, IJVAS e con la rete francese di festival AJC – e ‘rischiosi’ incontri tra musicisti italiani e francesi.
A poche ore dal debutto di sabato 23 luglio al Museo archeologico nazionale e Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina – doppio appuntamento con il concerto, in prima nazionale, del duo composto da Aurelle Besson alla tromba e Lionel Suarez, all’accordeon; e a seguire, sempre in duo, Rosa Brunello al contrabbasso, e Camilla Battaglia, voce – abbiamo raggiunto Paolo Damiani per qualche anticipazione sul festival e sul futuro del jazz, che a quanto pare ha molto a che fare con la parola “ricerca” e “donna”. Ma iniziamo da una ‘provocazione’ legata ai difficili tempi che corrono.
Domanda ‘cattiva’ per iniziare: in questo scenario di tensioni internazionali, promuovere uno spazio di interazione e dialogo creativo tra musiche di frontiera, è un po’ remare controcorrente?
Diciamo che controcorrente fu nel 1998 scegliere di fondare un festival interamente dedicato a musicisti italiani e francesi, spesso invitati a collaborare in progetti speciali. Nello scenario attuale Una Striscia di Terra Feconda mostra l’unica via per noi sensata, quella dell’accoglienza e della fertile collaborazione.
Entriamo nel vivo del programma: quali temi chiave avete scelto per costruire questa edizione della rassegna? Sempre centrali il “rischio e originalità”?
Naturalmente, e poi ci sono iniziative storiche che potenziamo sempre più: il Premio Siae in collaborazione con Musica Jazz, la residenza realizzata con Midj, lo spettacolo per bambini insieme all’associazione Il Jazz Va A Scuola (IJVAS)
Accanto alla musica, protagonista del ‘cammino’ di Una Striscia di Terra Feconda c’è sicuramente il territorio che la ospita: come si è evoluto questo legame col tempo?
Da anni collaboriamo per i concerti romani di settembre con la Fondazione Musica per Roma che ci sostiene al meglio, tra l’altro da quest’anno abbiamo una triplice direzione artistica: insieme a me e ad Armand Meignan – con cui inventammo tutto 25 anni fa – responsabile del programma è anche Roberto Catucci, che per Musica per Roma coordina l’area programmazione e progettazione culturale, oltre a dirigere l’etichetta discografica Parco della Musica. Roberto ci regala nuove intuizioni ed energie, per me è una gioia collaborare con due dei miei migliori amici, oltre che con Deborah Compagnino che è la direttrice organizzativa del tutto.
Straordinari sono inoltre i due siti Unesco che ci ospitano a Palestrina e a Caprarola nella sezione di luglio, grazie a un accordo con la Direzione regionale dei musei del Lazio, teniamo molto a queste aperture nel territorio laziale, che ci consentono di coinvolgere nuovi pubblici.
“La ricerca del nuovo”, missione mai tradita di Una Striscia di Terra Feconda, cosa ha fatto affiorare nello scenario jazz attuale? C’è un tema su cui dovremmo tutti sintonizzarci?
Quello della ricerca sicuramente, inventare nuove possibilità e traiettorie per il jazz meno scontato e prevedibile. Esiste un pubblico stanco di ascoltare sempre le stesse proposte, curioso e interessato a farsi sorprendere dalle sperimentazioni di artisti magari poco noti ma sempre di alto profilo. Nel programma 2022 c’è una forte presenza di musiciste donne, invitate non in quanto tali ma perché suonano e compongono meravigliosamente. La stessa scelta che mi ha portato a varare la nuova edizione dell’ Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti (ONJGT) chiamando 6 donne e 6 uomini: musiciste come Camilla Battaglia, Francesca Remigi, Anais Drago, Federica Michisanti – tutte ospiti del festival – che considero il presente e il futuro del jazz. Così come Airelle Besson, trombettista dalla voce strumentale unica, Géraldine Laurent, Raffaelle Rinaudo, Hélène Duret.
Una Striscia di Terra Feconda si avvale del sostegno del Ministero della Cultura (MiC), la Direzione regionale musei del Lazio (MiC), il Ministero francese della cultura, la SIAE, il Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali, la Regione Lazio, la Fondazione Musica per Roma e la Casa del Jazz, l’Ambasciata di Francia a Roma attraverso la Fondazione Nuovi Mecenati, Midj (associazione musicisti di jazz), l’INPS fondo PSMSAD. E inoltre: AJC (Association Jazzé Croisé), CNM (Centre National de la Musique), Institut Français, SACEM, SPEDIDAM, ADAMI, SPPF, BNP Parisbas, CCP.
Link al programma Una Striscia di Terra Feconda 2022
Scheda socio I-Jazz Teatro dell’Ascolto