Pubblicato il 12/02/2020
Torna la rassegna “You Must Believe in Spring”, organizzata dall’Associazione Culturale 4’33” a Mantova e che si svolgerà a partire dall’8 marzo fino al 13 aprile.
La manifestazione raggiungerà nel 2020 la quarta edizione e di anno in anno, si è arricchita di proposte musicali importanti e originali, sia a livello nazionale che internazionale. L’associazione si è valsa, infatti, della collaborazione di soggetti che operano in campo culturale nel territorio mantovano, quali Teatro Magro, ARS Creazione e Spettacolo, il Cinema del Carbone, Danzarea e Fondazione Palazzo Te, unendo la proposta musicale con altre arti dello spettacolo come il cinema, la danza, la poesia e il teatro. I concerti dell’ediczione 2020 si svolgeranno in diversi luoghi di Mantova, dal Teatro Magro di Cittadella, al Teatro del Gradaro, coprendo zone della città valorizzate dai recenti interventi urbanistici. L’Associazione 4’33” inoltre è impegnata nel costruire una rassegna “green friendly”, avendo deciso di eliminare la plastica per quel che riguarda il catering per i musicisti ed eventuali aperitivi di benvenuto al pubblico.
“You Must Believe in Spring” 2020 pone particolare attenzione ai progetti femminili, considerati quanto di più innovativo e interessante nel panorama musicale odierno. Una scelta che rispetta in pieno la filosofia della direzione artistica dell’associazione che punta a sostenere la musica contemporanea, la ricerca e il jazz, e abbattere i confini tra i generi musicali per creare un pubblico attento a nuove proposte.
La rassegna si aprirà emblematicamente l’8 marzo al Teatro del Gradaro con il progetto della chitarrista americana Mary Halvorson, che presenterà il suo progetto “Code Girl”. Collaboratrice di numerosi progetti di area downtown newyorchese a fianco di Anthony Braxton, Marc Ribot e Tim Berne, Mary Halvorson non cessa di stupire per la fertilità febbrile e l’estrema varietà espressiva che pone in opera nei suoi lavori da leader. Code Girl non è solo il primo gruppo per il quale la Halvorson ha scritto sia le musiche sia le parole, ma è forse quello più riuscito in termini di originalità e di sintesi tra composizione e tensione continua all’improvvisazione. I testi poetici di Mary Halvorson mostrano la profondità del suo approccio alla composizione e aprono una finestra sulla sua straordinaria forza e personalità artistica. La chitarrista americana affronta la sfida della forma canzone con composizioni che si sviluppano e si espandono in un crescendo emozionante, la narrazione trasporta l’ascoltatore all’interno di storie fatte di immagini di interni quotidiani, di finestre che si aprono su spazi luminosi. Ad accompagnarla in questa straordinaria avventura c’è una formazione di prim’ordine composta da Amirtha Kidambi voce, Maria Grand sassofono e voce, Adam O’Farrill tromba, Michael Formanek contrabbasso,Tomas Fujiwara batteria
Il 12 marzo presso lo Spazio Te alle 18.30 ci sarà il concerto di Noam Nani Vazana, con musiche che traggono le proprie origini dal flamenco, dalla musica nordafricana e dalla canzone tradizionale sefardita, tra melodie senza tempo e improvvisazione. “(…) è l’unica artista conosciuta a rivitalizzare l’antica lingua ladina del Marocco tramandata dalla nonna portandola al centro dell’attenzione e mescolandola con materiale contemporaneo. La sua sola voce è affascinante – pura e semplice, potente e precisa e intrisa delle tradizioni e del viaggio emotivo dei migranti che per primi hanno portato la loro cultura in tutto il mondo a seguito dell’espulsione ebraica dalla Spagna nel 15° secolo” (Manchester Jazz Festival).
La rassegna prosegue il 19 marzo, presso il Teatro Magro, con la chitarrista Eleonora Strino talento puro del jazz italiano che presenterà le sue nuove composizioni in compagnia di Giulio Corini ed Emanuele Maniscalco. Un trio perfetto la cui musica, carica di riferimenti autobiografici, è sostenuta da un’intesa straordinaria tra i musicisti che provengono da diversi approcci al linguaggio del jazz ma che trovano nelle composizioni di Eleonora equilibrio e al tempo stesso lo spazio necessario per mettere in luce le proprie doti espressive. Le composizioni eseguite sono composizioni originali della stessa Eleonora, “nascite naturali del richiamo del mare, degli odori e dei vicoli di Napoli, del sogno americano, degli amori dannati e di quelli benedetti, del vento di Amsterdam, dell’eleganza dei palazzi torinesi, dei colori della famiglia, degli occhi onesti degli amici, della speranza e della volontà”
Il 22 marzo presso il Teatro del Gradaro, alle ore 21.00, i danzatori di Danzarea di Mantova si esibiranno su musiche originali del duo newyorchese composto da Amirtha Kidambi e Lea Bertucci (voce ed elettronica). Un progetto unico tra sperimentazione e multimedialità e in anteprima nazionale, ideato da 4’33” e Danzarea di Mantova in collaborazione con le due musiciste. Una straordinaria avventura di musica e danza.
Il 27 marzo torniamo allo Spazio Te per il duo Vocione (Marta Raviglia, voce; Tony Cattano, trombone) organizzato grazie all’associazione I-Jazz e al suo progetto “Nuova Generazione Jazz”. Vocione è un duo atipico. Due sono gli strumenti e molte le difficoltà nel confrontarsi con una formazione, quella voce e trombone, in cui il rigore esecutivo e la disciplina dovrebbero prendere il sopravvento in modo da sormontare gli ostacoli che si presentano e aggirare il pericolo. I protagonisti di questa avventura hanno sviluppato un certo gusto per tutto ciò che è incerto e rischioso, per tutto ciò che conduce incontro all’ignoto. Si tratta di un duo spericolato in cui la voce di Marta Raviglia e il trombone di Tony Cattano si confrontano su un imprevedibile terreno di gioco. È la musica, di volta in volta, a suggerire strategie. Nel repertorio del duo alle composizioni di Tony e Marta, si aggiungono brani presi in prestito dalla tradizione jazzistica e da quella brasiliana, spirituals, ballate rinascimentali, arie barocche e molto altro ancora: il tutto condito con disincanto e ironia.
Il 3 aprile si esibirà il trio del pianista cubano Aruan Ortiz nato a Santiago de Cuba da diversi anni vive a New York nell’area di Brooklyn. Fortemente influenzato sia dalle sue radici latine sia dalla musica di Monk e Ornette Coleman, l’astro nascente del jazz d’avanguardia americano è discepolo diretto di Muhal Richard Abrams da cui ha imparato ad ispirarsi dalla filosofia e dall’arte. Il 13 aprile – ultimo concerto previsto nel festival – sarà la volta della contrabbassista Linda May Han Oh, qui in solo. Nata in Malesia, cresciuta a Perth nell’Australia occidentale, Linda ha suonato con musicisti come Joe Lovano, Steve Wilson, Vijay Iyer, Dave Douglas, Kenny Barron, Geri Allen, Fabian Almazan e Terri Lyne Carrington. Attualmente è la bassista con il chitarrista, Pat Metheny.
Durante la rassegna verrà allestita una mostra fotografica del fotografo di jazz Nicola Malaguti presso lo spazio 81 di via Giulio Romano 81, le fotografie esposte avranno per soggetto i musicisti che si sono alternati durante le precedenti rassegne dell’associazione, l’allestimento sarà curato da Manuela Zanelli.
L’associazione Culturale 4’33” è entrata a far parte del network nazionale I-Jazz che promuove i festival e le rassegne italiane, valorizza i giovani musicisti, fa conoscere in Europa le attività delle associazioni che partecipano al network e stabilisce reti collaborative tra vari progetti, festival e rassegne creando un circolo virtuoso di conoscenze e collaborazioni.
Programma al link https://www.italiajazz.it/attivita/festivals-e-rassegne/you-must-believe-spring