Pubblicato il 15/10/2020
Prende il via venerdì 16 ottobre a Firenze la quarta edizione di A Jazz Supreme: sette appuntamenti sul palcoscenico della Sala Vanni che raccontano la migliore scena jazzistica contemporanea. Un programma che punta su progetti inediti e nuovi incontri tra musicisti (nella maggioranza dei casi saliranno sul palco per la prima volta insieme o quasi), pensato da Fernando Fanutti del Musicus Concentus e dal pianista Simone Graziano, e ispirato dal disco capolavoro “A Love Supreme” di Coltrane.
L’apertura della rassegna è affidata a Jim Black Trio, senza dubbio una delle icone del jazz di “confine”. In questo ensemble ci svela un suono melodico e pieno di sentimento e in compagnia di Elias Stemeseder e Felix Henkelhausen riesce a costruire un perfetto equilibrio tra suoni forti e al tempo stesso delicatissimi. I tre mostrano tutto il loro particolare feeling per le sfumature e le nuances raffinate, dalla prima all’ultima nota si esibiscono ad altissimi livelli. Oltre a mettere in luce gli elementi fondamentali della musica del batterista (poliritmi ipnotizzanti, percorsi improvvisativi spiazzanti), il trio è un’occasione per ascoltare Black alle prese con uno dei format più classici del jazz. Lasciata da parte la pesante elettrificazione del suono che caratterizza molte delle sue prove come leader, il batterista qui si concede ad un suono esclusivamente acustico.
Venerdì 23 ottobre Francesco Bigoni e Francesco Diodati presentano il loro nuovo progetto, dedicato in maniera preponderante all’esplorazione del parametro ritmico, seguendo due percorsi paralleli: il primo, più convenzionale, prevede lo sviluppo di un bagaglio improvvisativo e compositivo di gruppo; il secondo vede l’innesto di elettronica per chitarra, strumenti autocostruiti e software nell’equilibrio sonoro del quartetto. Il fine è l’elaborazione di tessiture ritmiche dense, cangianti e, in qualche maniera, agnostiche dal punto di vista del linguaggio. Ad accompagnare Bigoni e Diodati troviamo due musicisti di punta nel panorama del jazz e della musica improvvisata francese, due maestri dei propri strumenti che hanno scelto strade personali e uniche nel corso della loro carriera artistica: il pianista Benoît Delbecq e il batterista Sylvain Darrifourcq.
Ada Montellanico, cantante e compositrice tra le più importanti e originali del panorama italiano, è la protagonista del concerto di venerdì 30 ottobre. Sul palco con lei Michel Godard, artista poliedrico e grande sperimentatore, uno dei più straordinari tubisti nonché unico in assoluto suonatore di serpentone, Simone Graziano al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria. Un organico originale che attraverso la scrittura di nuove composizioni, vuole enfatizzare la costruzione e l’intreccio delle linee melodiche dei vari strumenti. Brani appositamente scritti per il progetto WeTuba da ognuno dei componenti del gruppo in un percorso di ricerca nel quale la narrazione si fonde con l’elemento improvvisativo, all’interno di un ensemble dal sound originale e fortemente innovativo.
“Dove andare a cercare quello che non abbiamo ancora scoperto? Dove prendere idee che faranno la nostra musica nuova e diversa da come la pensavamo prima? Dove nutrire i nostri strumenti di quelle emozioni che li possono rendere voci, a volte familiari e altre volte estranee, ma che ci incuriosiscono? Nei luoghi più semplici. Nelle canzoni”. Con queste parole Luca Aquino, uno dei musicisti del jazz italiano più apprezzati nel panorama internazionale, e Giovanni Guidi, allievo di un certo Enrico Rava, raccontano il loro concerto previsto per venerdì 6 novembre in Sala Vanni.
Il gruppo She’s Analog – previsto invece per venerdì 13 novembre – nasce a fine del 2018 con la precisa volontà di esplorare una volta di più le possibilità sonore offerte da una particolare declinazione del trio bassless. L’idea è quella di una musica creata collettivamente che, a partire da uno spunto compositivo sempre più esile, si arricchisce di un’improvvisazione sempre più radicale. Nel marzo del 2019 registra al Marchisiello (Foligno) il suo primo disco assieme a Dan Kinzelman nelle vesti di sound engineer. L’album è stato mixato e masterizzato ad agosto al KU-studio (Napoli) da Renato Grieco (kNN), ed è uscito lo scorso settembre per Auand records. Quello del 13 novembre sarà una dei primi live di presentazione.
Nel penultimo appuntamento della rassegna, previsto per venerdì 20 novembre, il protagonista è Gabrio Baldacci, sul palco della Sala Vanni per presentare “Nina”, un disco triplo di recente uscita che raccoglie tutte le sue anime sonore. La chiusura della rassegna, in programma giovedì 26 novembre, è affidata a un doppio concerto proposto in collaborazione con Music Pool. In apertura Gal: un trio nato di recente, ma che in qualche modo si è formato già molti anni fa, quando tutti i componenti hanno cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica. I loro live sono animati da brani inediti con contaminazioni dal soul e dall’elettronica. A seguire Simona Severini presenta Ipotesi, un EP di sei canzoni nato da una live session di due giorni in studio e che dà vita ad un sound caldo e pulito che mescola elementi di jazz e vintage pop all’interno di una dimensione cantautorale.
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