Pubblicato il 21/11/2019
50 anni del Pescara Jazz, mezzo secolo del più antico festival italiano estivo che ha fatto della città di Pescara una delle più importanti ribalte artistiche nazionali ed europee. La prima edizione in assoluto ci fu giusto qualche giorno prima dello sbarco sulla Luna, e il primo Armstrong (in quel caso Louis, e non Neil) fu un certo Bill Evans. Forse il più grande pianista jazz di ogni tempo.
Per festeggiare questa importante ricorrenza, Ente Manifestazioni pescaresi ha realizzato un libro celebrativo, ricco di immagini che coprono l’intero arco di quest’avventura unica in Italia. Il volume, presentato nei giorni scorsi, si intitola “1969-2019: 50 anni di Pescara Jazz” ed è edito dall’Ente stesso che lo ha distribuito gratuitamente ai possessori di un abbonamento all’ultima edizione del festival. Il volume è a cura del direttore Angelo Valori, mentre Paolo Ferri si è occupato della redazione e la selezione dei testi, Roberto Sala del progetto grafico, e Paolo Iammarrone della selezione delle foto, 260 scatti.
Una edizione simile a un vero e proprio catalogo d’arte, studiata con l’intento di valorizzare sia gli scatti d’epoca analogici sia i più recenti in digitale, grazie ad una scelta della carta e ad una cura dei colori delle foto. Da Duke Ellington a Ella Fitzgerald, da Miles Davis a Chet Baker, da Sarah Vaughan a Charles Mingus. E ancora Sun Ra, Astor Piazzolla, Art Blakey, Keith Jarrett e tantissimi altri: l’intera razza dei miti senza tempo del jazz passati per il Pescara Jazz, colorando di epica e di una nuova consapevolezza metropolitana la città stessa.
“Questa pubblicazione nasce per ricordare le bellissime immagini che hanno caratterizzato lo svolgersi di questa manifestazione – racconta il direttore artistico Angelo Valori – che ha conquistato un solido posto non solo nel cuore dei pescaresi, ma della platea internazionale degli amanti della buona musica. La mia generazione è cresciuta con l’immagine straordinaria di un festival che nasceva nei giorni in cui l’uomo conquistava la luna, tramandandoci l’idea di una città che voleva volare alto anche nella cultura e nel benessere immateriale. Una rassegna musicale – prosegue Angelo Valori – che ha precorso i tempi. Ringrazio le istituzioni che ci sostengono: il Comune di Pescara, la Regione Abruzzo e il Mibact. Ringrazio il mio predecessore Lucio Fumo, tra i fondatori insieme a Diego De Sisto. E il mio pensiero corre anche a Carlo Lizza, che rilanciò il festival all’alba degli anni ottanta affidandolo all’Ente Manifestazioni Pescaresi. Un Ente Morale fondato nel 1950 con lo scopo di ricostruire Pescara non solo materialmente ma anche moralmente e intellettualmente, e che mi onoro di presiedere. Nei suoi sessantanove anni di attività, che costituiscono più di due terzi della storia di Pescara come istituzione amministrativa, l’EMP ha tessuto la sua tela creando valori simbolici, aggregazione sociale, benessere per i cittadini e i turisti. A cominciare, appunto, dal Pescara Jazz”.
“Negli ultimi anni – aggiunge Valori – abbiamo preservato la tradizione di ospitare grandi artisti internazionali, contemporaneamente puntando i riflettori sulla scena jazzistica italiana, che ha ormai raggiunto una maturità straordinaria. Abbiamo promosso il ricambio generazionale, con progetti come il “Pescara Jazz Messengers” (dedicato a musicisti under 35 selezionati nei migliori Conservatori, College e Università europee ed americane) e il “Pescara Jazz Club” (concerti gratuiti in luoghi frequentati dai più giovani). Quest’anno ha debuttato “Pescara Jazz and Songs”, una novità dedicata al mondo della canzone che, nella migliore accezione del termine, è legata a filo doppio al cambiamento della società, dei costumi, del linguaggio. Lo rispecchia, e molte volte lo anticipa. E le canzoni, quelle autentiche, quelle che restano, flirtano da sempre col jazz”.